A Milano, una fiera fa il punto sull’artigianato del futuro

R. Haviland & C. Parlon

Mettere in luce il “saper pensare con le mani”, uno dei tratti distintivi di una nazione come l’Italia che vanta una tradizione artigianale di altissimo livello. Lo farà anche il Padiglione Italia a Expo 2025 Osaka curato da Mario Cucinella. Lo ha fatto Milano Home nell’ultima edizione di gennaio, che è stata l’occasione per riaccendere l’attenzione sul valore delle tradizioni artigianali e delle arti manifatturiere sempre in grado di rinnovarsi e di parlare a tutti. Alla manifestazione milanese abbiamo visto oggetti che incarnano la spinta creativa di marchi capaci di trasformare i materiali, di innovare senza mai dimenticare la tradizione, e di dare vita a creazioni uniche, tra accessori per la casa e per la tavola, oggetti decorativi e illuminazione, interamente realizzati da artigiani.

Numerose le proposte e le innovazioni, in particolare nelle due aree ‘Manifatture in Scena’ e da ‘The Green Circle’. La prima, vetrina sull’alto artigianato per l’art de la table e l’home décor, ha rappresentato un omaggio alla migliore manifattura italiana ed europea. Ideato e curato dall’architetto Ulderico Lepreri, il progetto ‘Manifatture in Scena’ ha messo in luce brand di tradizione secolare, ma anche realtà più recenti, tutte accomunate dalla realizzazione di manufatti apprezzati su scala globale. Si sono anche tenute dimostrazioni di mise en place proposte come suggestioni e consigli per le vetrine dei punti vendita da parte dei brand, italiani e non, Baroni Porcellane, Meissen Est. 1710, Noritake, Rogaska, Real Fabbrica di Capodimonte, R. Haviland & C. Parlon, Seguso Vetri d’Arte.

Cereria Graziani 

Il secondo catalizzatore, ‘The Green Circle’, è l’area speciale di Milano Home in cui la sostenibilità si racconta attraverso il design perché “non è solo un valore, è uno stile di vita”. Curata da Raremood, il dipartimento di bio interiors di Goldmann & Partners, questa seconda edizione ha proposto un percorso scandito da 50 prodotti provenienti da tutto il mondo. Non si tratta di prototipi, ma di prodotti reali, pronti per il mercato, in grado di dimostrare come la sostenibilità possa essere tecnicamente avanzata e al tempo stesso dare vita a oggetti belli ed eleganti. Isabella Goldmann, fondatrice di Goldmann & Partners e ideatrice di Raremood, ha spiegato che «La sostenibilità deve essere concreta, accessibile e capace di emozionare. Questo progetto è un invito a immaginare un futuro dove il design non è solo estetica, ma anche un potente strumento di cambiamento». Anche perché il design sa plasmare, incarnare e dare valore a dimensioni complementari e feconde – il fatto a mano, la ricerca manifatturiera, l’artigianato – come abbiamo visto a Milano Home.

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