«Una primavera perenne». Risponde così Maurizio Cattelan quando gli si chiede che stagione stia vivendo. Anche perché a Bergamo apre a breve una mostra che si chiama proprio Seasons. Oltre alla primavera, di perenne c’è la sua sindrome dell’impostore. Continua a fargli credere che se oggi è annoverato tra i più importanti artisti del mondo, con personali nei più importanti musei, record d’asta che fanno girare la testa e prime pagine da far invidia a tanti divi, è solo un caso.
A Bergamo è arrivato grazie all’incontro con il direttore della GAMeC, Lorenzo Giusti. Da oltre un anno porta avanti il progetto Pensare come una montagna, programma biennale diffuso sul territorio che coinvolge le comunità locali riflettendo sui temi della sostenibilità e della collettività, insieme ad artisti internazionali come l’argentina Cecilia Bengolea e il tedesco Julius von Bismarck.
E come lasciarsi sfuggire Cattelan, anche se non è la sua prima volta in città. Nel 1991 venne chiamato a partecipare a una delle sue prime collettive proprio nella neonata GAMeC. L’opera consisteva in una grande cassaforte recuperata dopo un furto a un ufficio postale: «Però Bergamo non me la ricordavo, la associavo alla Torre dei Venti che vedevo allo svincolo dell’autostrada e pensavo che da lì in poi fosse tutto un complesso industriale dopo l’altro. Per l’ennesima volta ho imparato che non si giudica un libro dalla copertina. Ma sono sicuro che me lo dimenticherò e cadrò presto nello stesso errore».
E allora lo abbiamo accompagnato nella lettura di Bergamo, passando una giornata con lui con il grande privilegio di assistere al diario di una mostra. Siccome Cattelan inizia ogni mattina nuotando, si è portato da Milano la sua squadra: Shinici, Michele, Rolando detto Spezzi, Franco, Riccardo e Francesca. Mancava Pierino, 94 anni, che a causa di un’infiammazione ha disertato.
La piscina di Italcementi è promossa: «Primo perché c’è un’ottima vista sul verde all’esterno e poi perché è bello pensare che una volta le aziende realizzassero queste infrastrutture per la socialità e il benessere dei propri dipendenti». Test superato. Da questo momento in poi Cattelan tratterà la città come un luna park, spostandosi tra Bergamo Bassa e Bergamo Alta come un bambino sulle montagne russe. Su e poi giù e poi su e poi giù.
Il primo luogo sarà Palazzo della Ragione: «Che per me di ragione ne ha più di una, è tra i più antichi palazzi comunali d’Italia e ha il sapore di una sfida antica. Copre dalla piazza la vista della cattedrale, come in una sorta di strategia della tensione tra potere secolare e temporale architettata dalla Storia in persona. E poi perché in quelle sale maestose dove poi sarebbe arrivato il tribunale, tra gli affreschi compromessi del Bramante, ci si sente circondati e soli».
Forse per questo Cattelan si offre in una sorta di resa in solitudine che verrà replicata da una sua statua di marmo. Proprio il marmo riveste anche l’ex Casa Littoria, oggi Palazzo della Libertà: «L’architettura razionalista sarà ancora più bella vista tra 100 anni, quando il fascismo si allontanerà, quando le sue follie saranno davvero scomparse. Abbiamo ritrovato in un magazzino il monumento per commemorare un momento seminale del fascismo, un discorso di Mussolini agli operai di Dalmine, un paese qui vicino, in sciopero. Un’aquila. Simbolo antico del potere divino e imperiale, che oggi è tornato a sventolare». E per questo all’oratorio di San Lupo Cattelan ha abbattuto l’idolo: l’aquila cade in città. Il potere è in crisi? È un invito? O il conflitto con la natura che si palesa?

Passiamo dallo stadio dove Cattelan si è scoperto tifoso: «Bergamo è l’Atalanta e viceversa: sono entrambe inaspettate. Ero allo stadio quando Gasperini ha fatto entrare, del tutto a sorpresa, Ibrahim Sulemana. La riserva delle riserve, che avrà giocato mezz’ora in tutto il campionato, ha segnato contro la Roma la rete che ci ha portato in Champions League».
Ci spostiamo al cantiere della nuova GAMeC, 3000 metri quadrati di spazi espositivi che saranno pronti verso la fine del 2026 e sorgeranno sullo scheletro di un palazzetto dello sport. Un luogo da competizione. C’è la competizione nell’arte? «Se c’è è diversa da quella sportiva», risponde Cattelan, «ho conosciuto artisti molto più bravi di me che per qualche caso, per destino o per un’occasione mancata, non ce l’hanno fatta. Ma così è, non ci possiamo fare niente. Forse a Bergamo è diverso: Morandi cantava Uno su mille ce la fa, ma questa è la Città dei 1000 di Garibaldi, che, con il rosso e quel numero così efficace, in qualche modo ci ha insegnato che anche la rivoluzione è marketing».
Vero. La chiamano la Città dei 1000 per il notevole numero di bergamaschi che parteciparono alla spedizione e nei nostri giri abbiamo trovato l’Hotel dei 1000, il parrucchiere dei 1000, la gelateria dei 1000, la farmacia dei 1000. E proprio al bar dei 1000, terminato il nostro giro, incontriamo l’astrologo Marco Gerosa, in città per un piano astrale a una nota personalità, di cui non fa il nome, legata al mondo della moda.
Ci chiede quando inaugura la mostra per poterci svelare cosa dicono le stelle: «Il 6 giugno alle 18», dice Cattelan. O il 6/6 alle 6, detto in altri termini. Demoniaca? «No, ma densa di simboli, mistero e profondità», dice Gerosa. «Segno Gemelli ascendente Scorpione, quindi dinamica, giocosa ma anche oscura e drammatica. Ha la perfezione estetico-formale della Luna in Bilancia e una Venere in Toro in sesta casa: concreta, bergamasca, che ricorda il piacere delle cose semplici. Spicca un Marte strepitoso in Leone al Medio Cielo, che è un simbolo eroico, quasi mitologico, una sfida ambiziosa che mette tutto in movimento, pubblico compreso». E allora muoviamoci, che la rivoluzione da fermi mica si può fare.
Il servizio è pubblicato sul numero di giugno di Living, in edicola da mercoledì 4 giugno.
Si ringraziano: Antonioli, Atalanta Bc, Bergamo Infrastrutture Sport, Tiziana Fausti, Lab 80 Film, Shinichi Morita, Santaveronica, Trattoria del Teatro
L’articolo Diario di una mostra: Maurizio Cattelan occupa Bergamo con una personale diffusa sembra essere il primo su Living.