Monumento senza tempo, concepito inizialmente come palazzo temporaneo delle belle arti per l’Esposizione Universale del 1900, il Grand Palais è diventato nel tempo la vetrina internazionale della scena culturale francese. Dopo una ristrutturazione durata quattro anni, si presenta oggi in una veste completamente rinnovata, che unisce rispetto per la storia e visione contemporanea dello spazio pubblico.
Lo studio Chatillon Architectes, che ha firmato il progetto di restauro, si è posto un obiettivo chiaro: restituire il palazzo ai cittadini, trasformandolo in un luogo vivo, aperto e accessibile. Ogni elemento dell’architettura è stato considerato parte di un racconto più ampio, che trae forza dalla sua storia passata per guardare al futuro. La riapertura definitiva arriva in questo mese di giugno dopo la presentazione della navata principale avvenuta durante le Olimpiadi di Parigi 2024, a segnare l’inizio di un nuovo capitolo.
Molto più di un semplice restauro
Frammentato, compartimentato e indebolito nel corso della sua storia, il Grand Palais soffriva di numerosi problemi tecnici, tanto che i volumi originari dell’edificio non erano più percepibili. Le condizioni di accoglienza non erano in linea con le esigenze contemporanee, gli spazi espositivi insufficientemente attrezzati dal punto di vista logistico, le aree circostanti e i giardini erano stati molto trascurati.
L’intervento di Chatillon Architectes ha voluto riscoprire e valorizzare la struttura autentica dell’architettura di 77.000 metri quadrati, rendendo nuovamente visibili spazi e scorci nascosti da decenni di modifiche. Grazie alla sovrapposizione in 3D di oltre 3000 planimetrie d’archivio e numerosi rilievi topografici, sono stati riaperti percorsi storici, rimosse pareti divisorie, restaurate vetrate e decorazioni, creati nuovi accessi e collegamenti verticali con più di 40 ascensori e scale mobili.
Elemento centrale del progetto è la nuova Place Centrale, un’area aperta e attraversabile che collega square Jean Perrin con la Senna, permettendo ai visitatori di vivere l’edificio in modo fluido e naturale. Anche l’accesso pubblico è stato ampliato, rendendo il Grand Palais uno spazio più inclusivo e fruibile.
Un nuovo centro culturale
Durante i lavori di ristrutturazione del Centre Pompidou, la cui restituzione è prevista per il 2030, alcune delle sue collezioni saranno ospitate proprio all’interno delle nuove gallerie del Grand Palais, affiancate da mostre temporanee, eventi e installazioni. Gli spazi espositivi dinamici e flessibili, aggiornati con nuove tecnologie e integrati con una nuova illuminazione, hanno mantenuto le proporzioni originali e la bellezza architettonica storica.
Il restauro ha coinvolto anche gli spazi dedicati alla ristorazione: la nuova caffetteria Le Réséda, guidata dallo chef stellato Thierry Marx, e Le Grand Café, una brasserie con vista sui giardini degli Champs-Élisées, curata dallo studio di interior design Joseph Dirand.

Verde, sostenibile e connesso alla città
Il progetto ha interessato anche gli spazi esterni con la riqualificazione dei giardini che circondano il palazzo. Sono stati piantati oltre 60.000 alberi e arbusti appartenenti a 250 specie diverse per favorire l’impollinazione e la biodiversità urbana. L’irrigazione è alimentata da sistemi che raccolgono l’acqua piovana, in linea con un approccio sempre più attento all’ambiente. Inoltre, l’ingresso al museo delle scienze Palais de la Découverte, in square Jean Perrin, è stato ripensato con un percorso pedonale integrato nel giardino.
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