Dopo il debutto alla design week milanese, il progetto Nullus Locus di Massimiliano Locatelli approda a New York negli spazi della galleria Salon 94 Design per un’inedita collaborazione con l’artista cinese Sally J. Han. Una provocazione, quella del titolo latino (“nessun luogo” o “nessuna stanza”), che diventa un gesto che intreccia arte e design, tecnologia e sapienza artigiana. Il punto di partenza è un’idea tanto semplice quanto rivoluzionaria: ricamare il legno.
Non si tratta di un effetto decorativo, ma di una vera e propria tecnica che reinventa il ricamo come linguaggio tridimensionale e strutturale. A New York il progetto sperimentale di Massimiliano Locatelli e Fabio Zambernardi arriva in una nuova versione: cinque nuovi vasi-scultura in quattro diverse forme, decorati con opere di Sally J. Han, non dipinte, ma cucite con ago e filo. Ottanta colori diversi per trasferire, punto dopo punto, l’immaginario pittorico dell’artista su superfici dure e inaspettate.
Il risultato? Una metamorfosi della pittura contemporanea che ricorda tecniche antiche. Proprio come accadeva per gli arazzi e per i cartoni preparatori dei dipinti, qui pittura e tessile si fondono in una nuova grammatica visiva. Ma il mezzo non è più la tela: è il .legno. Forato, inciso, cucito e laminato grazie a un’operazione che è al tempo stesso artigianale e poetica
Dietro questa ’magia’ c’è l’inventiva di Graziano Giordani, che ha modificato le sue macchine da cucire per permettere al filo di penetrare superfici rigide. Un processo incubato per oltre un anno che combina abilità manuale, programmazione digitale e precisione industriale. Come funziona? Ogni segno decorativo viene digitalizzato, tradotto in codice e trasformato in un algoritmo di ricamo. Questo diventa così un nuovo strumento di interpretazione della pittura, capace di tradurre disegni tecnici dettagliati e digitalizzare le opere d’arte per programmare l’algoritmo di una macchina.

Tutti i pannelli in legno vengono selezionati, incisi, cuciti, laminati, trattati e protetti, con la possibilità di personalizzare ogni dettaglio. Il progetto, però, non si ferma alla pura sperimentazione tecnica. Nullus Locus diventa anche un racconto, dove ogni pezzo è personalizzabile: dal tipo di legno scelto al disegno stesso del ricamo, fino alla palette cromatica. Così il potenziale committente partecipa al processo creativo, diventando co-autore dell’opera.
In un panorama dove l’innovazione spesso si esaurisce sulla superficie, Nullus Locus sceglie invece la profondità: del segno, del materiale, del gesto artigianale. Un progetto che sfida i codici, attraversa le discipline, e racconta una nuova idea di bellezza. Imperfetta, tangibile, cucita a mano.
Ma non è tutto. Negli spazi di Salon 94 Design Locatelli Partners e Fabio Zambernardi hanno replicato l’installazione vista a Milano in occasione della Design Week: una stanza dove ogni superficie di legno – dalle boiserie alle pareti agli arredi, fino a piccoli accessori come vassoi e vasi – sono ricamati in filo metallico con la speciale tecnica messa a punto da Graziano Giordani: cornici che danno profondità alle boiserie, pattern sul parquet del pavimento e motivi in stile applicati ai mobili.
Nella “non-stanza” di Nullus Locus – scrivono quelli di Salon 94 Design – gli elementi architettonici emergono dalle pareti solcate dal ricamo metallico che unisce la leggerezza del disegno e lo spessore del rilievo e rende il filo metallico cucito nel legno protagonista di una nuova narrazione.
Nullus Locus
dove: Salon 94 Design, 3 E 89th St, New York
quando: fino all’8 agosto

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