La casa è ancora in fase di collaudo. Juliana Lima Vasconcellos l’ha inaugurata da poco e per ora ci ha dormito solo un paio di notti. «Non è uno spazio molto intimo, ma si sta bene. C’è una bella luce, che per me è fondamentale». L’idea – ora che si divide tra Parigi e il Brasile – era avere un punto di appoggio a San Paolo. E visto che non abita qui in pianta stabile – la residenza principale è a Belo Horizonte, la sua città, dove ha lo studio – ha voluto che fosse anche una galleria. I clienti possono prendere appuntamento e venire a toccare con mano i suoi pezzi.
A 45 anni, Vasconcellos è uno dei nomi di punta del nuovo design brasiliano. Un successo inaspettato, il suo, a cui dice di essere arrivata per caso. «Quando mi sono laureata, mia sorella aveva già uno studio. Lei è più grande di sei anni, architetta come me. Mi ha preso sotto la sua ala».
Più che della parte creativa, si occupavano di project management: «Seguivamo grandi progetti di sviluppo immobiliare, dai complessi residenziali agli hotel. Di interior design ne sapevo poco o niente». Ha cominciato a interessarsene dopo qualche anno: «Non avevo mai sfogliato una rivista di interni e la prima volta che l’ho fatto mi sono detta wow! Da lì ho deciso di approfondire e ho capito che mi interessava davvero».
A suggerirle il salto di scala, dal grande al piccolo, ovvero dalla città alla casa, è stata anche la contingenza economica. Spiega che in quel periodo, in Brasile, la crisi aveva ridimensionato molto gli investimenti nel real estate. «Avevo appena finito di progettare la mia casa a Rio e la rivista AD mi aveva chiesto di pubblicarla. Ho pensato che l’architettura d’interni potesse essere una strada. È lì che ho deciso di provarci seriamente».
I mobili sono venuti dopo. I primi li ha presentati nel 2016. Nel 2017, la mostra a Milano da Nilufar, tra le gallerie di riferimento per il design da collezione. «Come ho fatto? Me lo chiede sempre anche mio padre. La verità è che non ne ho idea. Sono sempre stata una persona molto tranquilla, che non sa dire di no, un po’ dormigliona… A un certo punto, semplicemente, ho deciso di mettermi in gioco».

Realizzati artigianalmente in Brasile, gli arredi di Vasconcellos sono ispirati all’eleganza dei maestri, dal brasiliano Joaquim Tenreiro all’immarcescibile Frank Lloyd Wright, ma hanno una sensualità tutta loro che piace anche al jet set, da Hollywood alla famiglia reale saudita: «Noi trattiamo principalmente con interior designer, showroom e gallerie. Quindi non so mai a chi sono destinati i miei pezzi. Mi capita di vederli nelle case pubblicate sulle riviste, questo sì», spiega.
Alla Design Week di Milano, lo scorso aprile, ha allestito in via Senato uno spazio multisensoriale per Lavazza. E all’ingresso, fin dal primo giorno, c’era chi faceva la fila per visitarlo. «Ero preoccupata dalla quantità di stories su Instagram, temevo oscurassero quelle che postavo io», scherza. Era la prima volta che si cimentava con un’installazione, l’attività principale dello studio resta l’interior design.
«Abbiamo tanti progetti in Brasile, e non solo. Ho cantieri in Italia, a Hong Kong e a Londra. È il motivo per cui ho scelto di avere una base in Europa, a Parigi. Con i mobili è facile, li vendi e basta, ma se fai una casa i clienti li devi incontrare».

La casa-galleria è nella zona bene di San Paolo, in una piccola strada nel quartiere Jardim Paulistano. La vicina della porta accanto, un’amica, ha una galleria di modernariato, è lei che ha suggerito a Vasconcellos di aprire qui la sua.
I duecento metri quadrati su due piani sono stati completamente ristrutturati per fare spazio alla luce. Il modello è la white box, una scatola bianca, con pavimenti in cemento e pareti immacolate. «Abbiamo rifatto tutto: la pianta, le finestre, le porte, i soffitti. È uno spazio molto semplice, molto neutrale, ma per arrivare a questo risultato ci sono voluti due anni».
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