A due passi dall’Opéra de Paris e dal suo spettacolare Palais Garnier, nel cuore del II arrondissement della capitale francese, un appartamento coniuga il portamento parigino con l’anima verace tipicamente mediterranea.
A progettarlo, lo studio di architettura Stene Alexopoulos che, già dal nome, lascia intendere l’inclinazione mediterranea intrinseca al team presente in duplice sede tra Atene e Parigi, appunto, e che in questa proprietà trova la massima espressione di una capacità espressiva ambivalente in tutta spontaneità.
I 50 metri quadrati su cui si estende il bilocale situato in rue Marie-Stuart sono animati da una serenità dal carattere audace, raccontata, in primis, dalla scelta di combinare la leggera ariosità degli spazi con materiali espliciti nel loro intento di carattere.
A fare da guscio per il progetto, un edificio in stile art déco degli Anni 30 che il team ha scelto di richiamare negli ambienti interni dell’appartamento, attraverso una ristrutturazione – ammettono – in gran parte influenzata da un architetto-icona del Novecento: Carlo Scarpa.
Gli ambienti, per come sono stati concepiti secondo la nuova interpretazione firmata Stene Alexopoulus, hanno richiesto una riconfigurazione della pianta di partenza.
Lo spazio living, per primo, è stato ampliato e configurato come un ampio soggiorno aperto alle aree circostanti. Se seguire la cucina, che è stata spostata e posizionata al centro della zona di passaggio dell’appartamento.
La sua natura è camaleontica: nel nome di un’armonia dominante, il team ha concepito una zona kitchen mimetizzata tra armadiature a terra in noce e mensole ad altezza sguardo che richiamano le più eleganti librerie sospese.
Così, è nato un elemento d’arredo disegnato su misura e poliedrico che possa ospitare oggetti di lavoro o libri, celandone il ruolo meramente funzionale.
A fare da comune denominatore lungo tutto il percorso domestico, il binomio marmo serpentino e cemento a vista; quest’ultimo, in particolare, evidente in alcune porzioni di struttura lasciate esplicite.
In questo contesto di contrasti, tra cromie vivaci e pacate, materiali grezzi e raffinati, lo studio di architettura ha concentrato l’attenzione sulla valorizzazione dell’artigianato tra pezzi commissionati ad hoc e elementi destinati al recupero e al riutilizzo.
Ne è un esempio il tavolo da pranzo al centro della zona giorno, che è stato realizzato utilizzando marmo verde proveniente dal Rajasthan e cemento recuperato dalla struttura originale gettato in opera per questione di spazio. Textures opposte che acquisiscono reciprocamente ancor più carattere, perché sapientemente abbinate.
In questo appartamento ogni elemento è creato a partire da un prototipo su misura: oltre al tavolo, anche la panca in marmo e il lavabo del bagno sono stati scolpiti direttamente in loco. La cappa, le gambe del lavandino, il piano del tavolo intarsiato e la panca sono in marmo, lavorato in opera. Il legno è in noce e il pavimento è in rovere massello.
Preziose, nell’area living, le due sedute artigianali provenienti dall’isola di Skyros, che spiccano a contrasto con la morbidezza del divano Roche Bobois nei toni naturali e il coffee table Arc di Wendelbo; l’appartamento, in generale, stupisce con elementi che interrompono l’armonia visiva aumentandone l’allure.
Gli stucchi fiorentini per esempio, o i pezzi d’epoca che appaiono qua e là come le sedie Eames di Vitra e gli altoparlanti sferici Audiorama 4000 di Grundig Anni 70.
A corredare un progetto curato nei minimi dettagli, tanta arte. Tra le diverse opere che accompagnano in ogni ambiente appare una litografia di Alekos Fassianos, noto pittore greco. Mentre il dipinto nel bagno è stato realizzato da un artista sconosciuto della Scuola di Belle Arti di Parigi.
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