Un giornale di arredo non è semplicemente un giornale, ma un luogo in cui riconoscersi… Ti aspettiamo in edicola!
Un anziano davanti alla tv, una famiglia a tavola, un pentolino sul fornello. Mi è capitato nel centro di Cagliari, nei carrugi di Carloforte, nei vicoli di Napoli, scorci privati offerti ai passanti attraverso porte aperte e finestre che nessuno si è preoccupato di schermare con una tenda. Succede nei paesi nordici; in Svezia e Danimarca si usa anche lasciare sulla finestra una lampada che si accende all’imbrunire, per fare compagnia a chi va per strada nel buio. Sono le case che, da dentro, si prendono un po’ cura anche di chi sta fuori.
La curiosità per gli arredi che mi fa buttare l’occhio è subito superata dalla gratitudine: le case che non si nascondono mi sembrano un gesto di generosità. Mi chiedo ogni volta cosa le renda possibili, se la cultura (in Olanda le tende aperte nascerebbero storicamente dal bisogno di mostrare che non si ha nulla da nascondere) o il contesto (più facile avere porte e finestre aperte dove ci si sente al sicuro); e chiedo a me stessa: io lo farei?
La prima cosa che ho comprato nella casa nuova sono state le tende per le finestre sulla strada. Ma dal lato del giardino per anni la casa è stata senza veli. Quando postavo foto su Instagram, regolarmente qualcuno mi scriveva «Ma come fai a vivere senza tende?!» e qualcun altro «Anche tu come me odi le tende!». Più di un elemento di arredo e più di una necessità pratica: le tende sono un accessorio che protegge o rivela, a seconda del modo in cui noi ci poniamo verso l’esterno, e per questo hanno un’inconscia valenza simbolica.
Nella scelta di schermare le finestre sulla strada e lasciare libere quelle all’interno, ho messo in scena il mio modo di relazionarmi con l’esterno: proteggermi rispetto alla massa indistinta di passaggio e accogliere persone anche estranee, ma in qualche modo ‘selezionate’ – quelle che si affacciano sul mio giardino. Anche ora che ho le tende, da quel lato le tengo aperte: la sera, col favore della luce artificiale, i vicini possono osservare lo svolgersi delle nostre vite.
Ognuno di noi sul tema chiudersi/mostrarsi ha approcci diversi, tutti legittimi. Ma anche chi ama proteggere al massimo la propria privacy, su una cosa di solito è d’accordo: poter sbirciare nelle case degli altri dà un piacere molto speciale. Io personalmente mi sento accolta. Mi emoziona anche un po’, quel non chiudermi fuori, e mi mette subito nell’atteggiamento di dover ricambiare un invito…
Francesca Magni, direttrice
The post CasaFacile di Ottobre 2025: l’editoriale del direttore appeared first on CasaFacile.