La creatività è un flusso inarrestabile, prorompente, impetuoso, capace di cambiare forma e materia. Per Barbara Mattei, in arte Flovver, è un linguaggio che unisce botanica, arte e design. Floral designer e fondatrice di un laboratorio botanico contemporaneo nel cuore di Roma, ha trasformato la sua casa-atelier in un luogo di ricerca e sperimentazione.
A guidarne il progetto di ristrutturazione è l’architetta Manuela Tognoli, mente creativa di Portuense 201, che ha riportato alla luce la raffinatezza degli Anni 30 intrecciandola alla personalità eclettica della padrona di casa. Il risultato è uno spazio poetico e vitale, dove passato e presente dialogano attraverso materia, colore e opere d’arte al femminile. «Ci troviamo all’interno di un contesto storicamente significativo, che prevede soffitti alti e finiture d’epoca», afferma Manuela Tognoli, che ci spiega passo dopo passo il percorso progettuale che ha portato alla realizzazione di questo contenitore unico.
Gli Anni 30 tornano a splendere
Il progetto si è insinuato fra le epoche e le stratificazioni del tempo nel rispetto dell’esistente «creando un equilibrio autentico tra la storia dell’appartamento e un linguaggio progettuale contemporaneo, capace di raccontare sia la personalità della proprietaria di casa sia il mio approccio come progettista, traducendola in uno spazio che non fosse semplicemente “decorativo”, ma profondamente personale» ci racconta Manuela. E non poteva essere altrimenti data la natura eclettica, e al tempo stesso romantica di questo duo creativo.
L’architetto afferma che «si può senz’altro definire un progetto conservativo, che profuma di autenticità». I pavimenti, che creano sempre nuove prospettive, sono stati conservati e tramandano storie antiche. Come dei veri e propri tappeti decorano la casa. «Il pavimento in graniglia decorata, ritrovato sotto uno strato vinilico, è stato restaurato e completato nelle zone mancanti con materiali coevi.
Porte, finestre e vetri decorati sono stati ripristinati con i loro accessori originali, riportando in vita l’eleganza dell’epoca dimenticandoci per un istante di abitare nel tempo presente». Solo un’eccezione, ci racconta Manuela: la doccia che «si trasforma in una “scatola” rivestita da piccole piastrelle lucide dello stesso colore della cucina».
Quattro artiste a confronto
Anche i decori a soffitto sono stati mantenuti, «tracce visibili di una memoria architettonica viva» come li definisce l’architetta. Il dialogo tra passato e contemporaneo tipico delle vie di Roma si ritrova all’interno di questo spazio che è tutt’altro che una semplice abitazione.
Casa-atelier, questa dimora è un percorso da scoprire, che si fa strada all’interno degli Anni 30, e che regala diverse suggestioni. A partire dalle opere selezionate di alcune artiste (tutte donne) che collaborano con Manuela Tognoli: Marta Roberti, Elena Bellantoni, Marie Hervé & Elsa Martinez. Con il loro linguaggio delicato «costruiscono un racconto intimo, fatto di simbologie e universi femminili».
Lo spazio domestico diventa lo spazio dell’arte
Il cuore pulsante di questa ricerca artistica è l’installazione Lilith della stessa Flovver, che simula un serpente che protegge la casa, evocando gli antichi riti romani. «Un autoritratto della designer: indipendente, vitale e intraprendente, diventa simbolo di riscatto e uguaglianza. Un archetipo che sovverte l’iconografia tradizionale legata al ruolo subordinato della donna», suggerisce Manuela.
Proseguendo lungo il cammino giunge impetuoso un altro autoritratto: è quello di Marta Roberti che esplora il legame tra sacro e animale, e che si colloca di fronte all’opera di Barbara Mattei, relazionandosi con essa. Sempre nel living l’opera installativa di Elena Bellantoni prevede l’interazione tattile fra il visitatore e una macchina da scrivere Olivetti: un luogo di ascolto, scambio e memoria attiva.
Dal disimpegno, irradiato dalla luce naturale, si intravede all’interno della doccia una delle tre opere del duo francese Marie Hervé & Elsa Martinez, che attraverso geografie, paesaggi e archetipi culturali invitano a una riflessione sul Mediterraneo, come luogo di memoria sospeso tra realtà e mito.
E infine in camera, l’ambiente più intimo e privato dello spazio domestico, è stato allestito il video The fox and the wolf: struggle for power sempre di Elena Bellantoni. «Un’attenta riflessione sul potere, sulle relazioni e sulle dinamiche di controllo tra spazio pubblico e intimità» suggerisce la progettista. Un tema decisamente attuale che ci spinge a considerare altro al di fuori di noi stessi e che entra in connessione con la nostra intimità.
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