Colori densi, materiali industriali e pezzi d’autore: un appartamento di 120 metri quadri completamente trasformato

Colori densi per un’abitazione stile ‘900

In viale Piceno, zona est di Milano, un appartamento dei primi del Novecento riemerge dal passato per raccontarsi con un lessico nuovo e sorprendentemente attuale. A firmarne la rinascita è Daniele Daminelli, fondatore dello Studio2046, insieme al proprietario Emanuele Petrarca, manager con una passione per l’interior design. Il risultato è un interno colto e contemporaneo, dove tracce del tempo, materiali originali e stratificazioni convivono con arredi d’autore, pezzi su misura e colori decisi. «Non mi interessava imporre nulla di nuovo», racconta Daminelli, «ma valorizzare quello che c’era, accompagnarlo nel presente e costruire un racconto autentico».

Con i suoi circa 120 metri quadrati, quattro stanze, due bagni e un grande ingresso, la casa conserva ancora l’impianto originario, perfettamente funzionante. Nessun muro abbattuto, nessuna rivoluzione spaziale: la trasformazione è avvenuta attraverso scelte misurate e precise – palette cromatica, materiali, luci e arredi – capaci di restituire all’abitazione un’identità forte. «Era una casa fortunata», ricorda Petrarca, «vissuta ma trattata bene. Non volevamo stravolgerla, ma darle nuova energia. Alla fine, è bastato il colore a cambiare volto agli ambienti». Ecco che la zona notte e la camera degli ospiti si trasformano così in rifugi intimi grazie a un profondo verde bosco, mentre la zona giorno e il corridoio si accendono di un tono mattone caldo e denso, enfatizzato da serramenti e zoccoli neri.

La distribuzione lavora sulla vita reale: la camera padronale isolata dalla zona giorno, la seconda camera all’estremo opposto per dare autonomia agli ospiti. «La casa deve funzionare prima di emozionare», sintetizza l’interior designer. L’ingresso è trattato come spazio-soglia, «il primo e l’ultimo luogo che attraversiamo», mentre il tavolo da pranzo è il centro di gravità della casa: «È lì che si condivide davvero la vita quotidiana».

Pareti verdi, sedia e tavolino in legno, una finestra che illumina la stanza, armadio-libreria nero
Lo studio-camera degli ospiti sui toni del verde bosco

Accanto ai pavimenti originali in legno, restaurati, trovano spazio elementi più recenti come una parete in vetrocemento – un’eredità degli Anni 80 – reintegrata nel racconto domestico colorando le fughe nella stessa tonalità dei muri. «Conservare è un gesto culturale, prima ancora che sostenibile», sottolinea Daminelli. «Le case devono poter invecchiare, proprio come le persone. È questo che le rende interessanti». L’arredo è parte integrante del progetto e ne rafforza la poetica: sedie di Jacopo Gardella, uno scrittoio di Frattini e pezzi vintage di Bernini Gallery convivono con elementi contemporanei disegnati da Daminelli, mentre alcune armadiature preesistenti scompaiono nell’architettura perché dipinte ton sur ton. «Cercavamo un equilibrio sofisticato ma non rigido», continua il designer, «capace di far dialogare epoche diverse senza creare fratture».

Camera da letto con pareti verdi, tappeto bianco e nero, letto di colori viola, arancione e fucsia, comodino con lampada da tavolo e un quadro bianco e rosso
La camera da letto

La cucina, ad esempio, volutamente separata dal soggiorno, mantiene un linguaggio funzionale e tecnico con moduli in acciaio professionale e pavimento in autolivellante industriale, nobilitato da una finitura speciale. A dare ulteriore profondità al progetto è l’approccio che Daminelli definisce ‘future romanticism’. «Per me significa lasciare che memoria, patine e dettagli autentici – con tutte le loro imperfezioni – dialoghino con materiali tecnologici e linguaggi contemporanei. Non mi interessa ricostruire in stile, sarebbe una forzatura: voglio che la casa racconti la sua storia e parli la lingua di oggi».

Un approccio che si ritrova anche nei pezzi progettati ad hoc, come i tavoli in metallo e i comodini in camera, realizzati con blocchi di cemento, top in plexiglas e formelle in bronzo salvate dalla demolizione di una camera d’epoca. Ogni dettaglio restituisce un racconto dove non c’è nulla di nostalgico, né di artificioso. Nasce così uno spazio sofisticato e accogliente, pensato per essere vissuto più che mostrato.

Cucina in legno laccato nero e pensili in acciaio, pavimenti, soffitto e pareti rosse
La cucina professionale realizzata su disegno

Terminato l’impegno milanese, Studio2046 è già al lavoro su nuovi progetti, tra cui una residenza a Scicli, in Sicilia, che rilegge in chiave attuale l’identità sacra di un edificio storico. «Il nostro obiettivo», conclude Daminelli, «è creare architetture che diventino memoria, che abbiano un valore culturale e possano attraversare indenni le mode e il tempo».

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