Milano cambia ancora e le polemiche continuano. Al centro della discussione questa volta c’è la demolizione di una delle icone dell’architettura italiana del Novecento. Dal 28 luglio il Padiglione dell’Agricoltura progettato da Ignazio Gardella nel 1958 è diventato un cumulo di macerie pronto a far posto al nuovo centro di produzione Rai che verrà inaugurato nel 2029.

L’edificio modernista era un blocco in linea sviluppato lungo via Gattamelata per circa 100 metri, costruito nel 1961 nell’ambito di un piano decennale per la riorganizzazione della Fiera Campionaria di Milano, varato all’inizio degli anni Cinquanta, e inserito nella lista dei beni culturali della Regione Lombardia. Si trovava in prossimità di porta Alimentazione e di porta Zootecnica del quartiere fieristico, utilizzato poi come centro congressi, denominato MiCo Nord, in zona Portello, all’ombra delle Tre Torri di CityLife.

Il padiglione presentava una facciata, ribattezzata “La Palazzata”, ripartita in fasce orizzontali. Alla base si trovava una zoccolatura che combinava pietra bianca di Vicenza – utilizzata anche per i cordoli marcapiano e le pensiline d’ingresso – e piastrelle in clinker rosso scuro. Sopra questo basamento si sviluppava una parete continua in vetro e acciaio, a doppia altezza, scandita dal ritmo di aperture verticali con telai in ferro rosso smaltato, inseriti tra montanti metallici neri. Concludevano la composizione un coronamento continuo, inciso da un motivo a losanghe che Ignazio Gardella aveva già usato in altre occasioni, e il nastro intermedio costituito da una parete cieca (sempre in clinker) che viene interrotta da tre sottili feritoie poste in corrispondenza dei cavedi che illuminavano il secondo piano.


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