A Milano riapre al pubblico il Labirinto Arnaldo Pomodoro

Il 20 marzo, a Milano, riapre ufficialmente al pubblico il Labirinto di Arnaldo Pomodoro. Una grande opera d’arte in cui è letteralmente possibile addentrarsi e passeggiare, per conoscere intimamente il metodo creativo e la carriera del celebre scultore italiano.

Nelle tre stanze che lo compongono, per una superficie complessiva di 170 metri quadri, appaiono infatti lavori terminati e in progress, scenografie già utilizzate per allestimenti passati e sperimentazioni di materiali: un micro mondo pensante, allestito secondo i codici creativi dell’artista, nonché suo personalissimo macro laboratorio espositivo.

Situato nei sotterranei dell’headquarter milanese recentemente ristrutturato della Maison Fendi, il labirinto è un viaggio nell’arte di Arnaldo Pomodoro e nella storia delle civiltà antiche, a cui lo scultore ha sempre guardato come forma di ispirazione e modello creativo.

Labirinto Arnaldo Pomodoro ph.Andrès Juan Suarez Courtesy of Fondazione Arnaldo Pomodoro

La storia degli spazi che ospitano il Labirinto

L’idea di creare un ‘labirinto’ nasce nel 2005, quando Pomodoro si innamora dell’area e sceglie di determinarla come sede dell’omonima fondazione (la Fondazione Arnaldo Pomodoro).

Mentre dal piano terra a quelli superiori l’edificio ospitava mostre e incontri a tema, i sotterranei diventano, così, sin da subito, luogo di sperimentazione: ambienti in cui spazio e tempo (tuttora) si fondono e si confondono (da qui, il nome di labirinto) per ospitare una grande, complessiva creazione in divenire che, oggi, sintetizza il suo personale modo di creare e comporre.

Avviata nel 1995, nasce immediatamente come progetto in costante progressione destinato a rimanere tale: a testimoniarlo, nell’ultima stanza, una parete allestita realizzata in materiale poroso, differente rispetto alle altre, e caratterizzata da un tipo di incisione singolare: come a lasciare intendere al visitatore che il percorso è intenzionalmente incompiuto. Terrosa al tatto e alla vista, al contrario delle altre luminose e patinate, sembra un fossile.

Pensato come un viaggio su più livelli, Il Labirinto soddisfa anche il desiderio di Pomodoro di omaggiare le antiche civiltà, soprattutto in relazione al simbolismo e alla scrittura, per lui importante elemento di confronto e modello.

Labirinto Arnaldo Pomodoro ph.Andrès Juan Suarez Courtesy of Fondazione Arnaldo Pomodoro
Labirinto Arnaldo Pomodoro ph.Andrès Juan Suarez Courtesy of Fondazione Arnaldo Pomodoro

La panoramica di una carriera, concentrata in 170 metri quadrati

Il labirinto è realizzato quasi interamente in fiberglass, un richiamo al suo principio di carriera, quando negli Anni 60 utilizzava la fibra di vetro per creare scenografie.

Sono numerosi i richiami a fasi creative e professionali che hanno contribuito a rendere Pomodoro celebre nel mondo. Non tutti forse sanno che da giovane l’artista inaugura la sua carriera realizzando scenografie e gioielli: così leggero ed economico, il fiberglass gli permette di sperimentare e, anche per il Labirinto, torna nella sua funzionalità tecnica ed espressione estetica.

Pomodoro riteneva fondamentale che i volumi per le scenografie potessero interagire con gli attori (ai tempi del teatro) e il pubblico (per il Labirinto).

Labirinto Arnaldo Pomodoro ph.Andrès Juan Suarez Courtesy of Fondazione Arnaldo Pomodoro
Labirinto Arnaldo Pomodoro ph.Andrès Juan Suarez Courtesy of Fondazione Arnaldo Pomodoro

Più si entra e più il carattere scenografico si fa sentire. Oltre alla fibra di vetro, sono protagonisti i materiali: dall’acciaio di una lancia al rame termoformato (ovvero assemblato a partire da una matrice in creta) del pavimento. Curiosità: le lastre sono le stesse che rivestono l’esterno del Carapace della Tenuta Castelbuono di Lunelli, in Umbria.

“Il mio ingresso nel labirinto è un invito nei meandri di un percorso, dove il tempo è trasformato in spazio e lo spazio a sua volta diventa tempo”, afferma lo stesso Arnaldo Pomodoro, descrivendo la profonda connessione tra il suo lavoro e l’esperienza sensoriale dei visitatori.

In continuità con la partnership tra Fendi e Fondazione Arnaldo Pomodoro, la sede ospita, oltre all’opera ambientale Ingresso nel Labirinto, anche due costumi realizzati dall’artista e oggi esposte nell’atrio Solari 35: Costume di Didone (per Didone, regina di Cartagine di Christopher Marlowe, messa in scena a Gibellina nel 1986) e Costume di Creonte (per Oedipus Rex di Igor Stravinsky, messa in scena a Siena nel 1988).

Labirinto Arnaldo Pomodoro ph.Andrès Juan Suarez Courtesy of Fondazione Arnaldo Pomodoro
Labirinto Arnaldo Pomodoro ph.Andrès Juan Suarez Courtesy of Fondazione Arnaldo Pomodoro

Informazioni per accedere al Labirinto

Il Labirinto di Arnaldo Pomodoro riaccoglie il pubblico dopo decenni di chiusura ed è aperto a tutti, visitabile su prenotazione. La durata della visita è di circa 45 minuti.

Costumi Arnaldo Pomodoro ph.Andrès Juan Suarez Courtesy of Fondazione Arnaldo Pomodoro
Costumi Arnaldo Pomodoro ph.Andrès Juan Suarez Courtesy of Fondazione Arnaldo Pomodoro
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