Tutto il bello di una casa country nel centro città. Un bel modo di estraniarsi dalla frenesia di Milano questo appartamento di 70 mq, ristrutturato all’interno di un palazzo dei primi anni del ‘900 su progetto di Margherita Bartorelli. «L’idea che mi ha accompagnata per tutto il percorso è stata la volontà di portare un pezzo di campagna in città, valorizzando i colori, la decorazione e la luce naturale», afferma la progettista.
Un pensiero che ha fatto la felicità della proprietaria, una donna amante della natura e degli animali che usa questa abitazione come pied-à-terre alternandolo, appunto, con la sua abitazione fuori Milano dove passa la maggior parte del tempo. Questa casa dal ritmo lento ha proprio il sapore di un nido in cui rintanarsi ed è stata ricavata dalla frammentazione di un appartamento più grande. «Tutto è iniziato con la divisione degli spazi: avevo a disposizione un corridoio d’ingresso che conduceva a due grandi saloni, nessun bagno e cucina», racconta la progettista, che l’ha resa un posto dove vivere a tutti gli effetti. L’ingresso è stato ridotto trasformandolo in una “grotta luminosa”, un giardino incantato dalle simbologie magiche, che sorprende con le delicate decorazioni pittoriche a tema floreale di Federica Lazzati.
La prima grande stanza è stata trasformata in una cucina: funzionale e separata all’occorrenza da un portale disegnato su misura, è caratterizzata dalle maxi righe rosse e bianche in contrasto con i mobili azzurro polvere. Da questo ambiente, accogliente e caldo, attraversando una porta ricavata da un passaggio ad arco, si passa alla zona soggiorno e camera da letto.
In questo spazio polivalente trovano posto anche una piccola cabina armadio, che spicca grazie alla carta da parati Pierre Frey, e un bagno. Una curiosità a proposito di quest’ultimo: il problema della mancanza di impianti di scarico delle acque nere è stato risolto con un tubo preso in prestito dal piano sottostante in cambio del restauro del bagno dell’altra proprietà. I due ambienti secondari sono separati da setti che non arrivano al soffitto, questo per mantenere l’integrità del volume e delle decorazioni a stucco, come i rosoni sul soffitto.
Il pattern articolato del pavimento originale in doghe di rovere con posa accostata o a spina di pesce è stato conservato il più possibile, mentre nel bagno la pavimentazione è stata risolta con una gettata di cemento dipinto a mano, un ulteriore rimando alle tipiche piastrelle del bagno di una vecchia casa di campagna.
La bicromia azzurro carta da zucchero e bianco, tema dominante del progetto per le pareti e gli alti soffitti, evoca ambienti leggeri e aerei. Per questo motivo gli arredi sono pochi, solo quelli necessari, e realizzati su misura: un divano, un letto con testata in velluto, una pratica scrivania ricavata dalla nicchia della finestra e una vecchia libreria riportata a nuova vita. Lo spazio è poi punteggio dalle Parentesi di Achille Castiglioni, una scelta luce che dichiara sempre al contempo semplicità e raffinatezza.

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