Un progetto di valorizzazione artistica per il parco archeologico di Herakleia a Policoro, provincia di Matera, in Basilicata. L’intervento Siris, a cura di Studio Studio Studio, il laboratorio interdisciplinare fondato da Edoardo Tresoldi, comprende tre opere con la direzione artistica di Antonio Oriente: l’installazione Rovina Inversa del duo belga Gijs Van Vaerenbergh, il percorso scultoreo Chora dell’artista spagnola Selva Aparicio e la sonorizzazione Arbosonica dell’italiano Max Magaldi, con i contributi della poetessa Claudia Fabris e della musicista Daniela Pes.

Il progetto si sviluppa nella Vallata Mediana del sito di Herakleia, utilizzato anche come parco urbano, che ospita importanti resti archeologici come il Tempio Arcaico e il Santuario di Demetra. L’obiettivo è quello di restituire al visitatore una narrazione multiforme in dialogo sia con le testimonianze del passato sia con gli elementi paesaggistici, antropologici e sociali che hanno plasmato la fisionomia attuale del luogo. Le opere costituiscono insieme un elemento di importanza centrale ai fini del completamento dell’Ecomuseo Archeologico, immaginato per ridare luce ai reperti delle colonie greche che qui si insediarono a partire dal VII secolo a.C. e per rinsaldare la relazione tra queste presenze, il vicino Museo Archeologico Nazionale della Siritide e il contesto circostante.

Il risultato è una rievocazione del concetto di sacro attraverso la valorizzazione dell’elemento architettonico-umano del Tempio Arcaico e di quello ancestrale-naturale del Bosco Sacro, resa armonica dall’elemento sonoro, attributo proprio della manifestazione del divino nelle culture mediterranee. Da un lato – nella Rovina Inversa di Gijs Van Vaerenbergh – l’azione artistica sfida le regole fisiche dell’architettura e le manipola fino a capovolgerle; dall’altro – in Chora di Selva Aparicio – il percorso scultoreo suggerisce delicatamente una corrispondenza tra rituale devozionale e celebrazione della natura; dall’altro ancora – in Arbosonica di Max Magaldi – una quarta dimensione sonora trasparente si aggiunge all’ecosistema esistente, cogliendone l’aspetto eterno. Insieme, le opere compongono un’identità sinfonica in cui i codici culturali si intersecano, si sovrappongono e affrontano temi simili da punti di vista diversi. È questa l’osmosi che compone l’anima aperta di Siris, un territorio di sperimentazione culturale, un progetto corale in bilico tra arte, architettura e paesaggio.
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