Nel cuore di Roma, tra i palazzi razionalisti di San Giovanni, una vecchia edicola torna a nuova vita, si reinventa senza snaturarsi. Si chiama Santedicola e non vende solo giornali: è uno spazio pop-up dedicato al design e all’editoria indipendente, ideato da Gaetano Orefice in piazza Imola.
Concepita come “altare urbano” – un piccolo tempio laico sospeso tra quotidiano e simbolico – l’edicola riprende la forma ottagonale originaria e la reinterpreta con arredi su misura e materiali curati dallo studio Dispensabile e da Cantiere Galli Design.
All’interno convivono riviste internazionali come Cabana, Monocle, Openhouse e Tide, case editrici indipendenti come Corraini, Numero Cromatico e Nero Editions, insieme a oggetti selezionati: fotocamere Kodak, mappe Palomar, ceramiche artigianali e bibite biologiche Galvanina. Il tutto in un ambiente di appena 25 metri quadrati, pensato come micro-galleria per mostre temporanee, presentazioni e workshop.
Il progetto visivo, firmato da Jonathon Dominic Spada, rilegge l’iconografia delle edicole votive, mentre la mostra inaugurale Lanterna Beach del fotografo Mariano Doronzo, curata da Luigi Crea, racconta la comunità dei “lanterniani” del molo di Barletta.
«Immaginare un’edicola oggi – spiega Orefice – significa restituirle una funzione culturale e sociale, trasformandola in una vetrina creativa e in un punto di incontro per la città».
Le scaffalature in legno laccato e il nuovo bancone sono realizzati da una falegnameria, la pavimentazione è in vinilico Forbo. Tra gli arredi: un tavolo di Magnus Olesen, la poltrona Chisel e le lampade di Hay e Artemide, gli sgabelli e le sedie di Audo Copenhagen e Ferm Living.
Con il suo linguaggio intimo e contemporaneo, Santedicola dimostra che anche il più minuto dei luoghi può tornare a essere un centro di comunità attraverso un gesto poetico di rigenerazione urbana.
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