Londra guarda sempre più in alto e il quartiere di London Bridge si arricchisce di un nuovo tassello firmato Renzo Piano. Dopo The Shard, icona di vetro che svetta sullo skyline come una lama di luce, e il News Building che ne completa la base operativa, arriva Shard Place, un elegante edificio residenziale che chiude il cerchio dello Shard Quarter. Non una semplice torre, ma un progetto che mescola paesaggio, servizi e vita urbana con l’inconfondibile leggerezza dell’architetto genovese.
Con i suoi 26 piani, Shard Place non punta a rubare la scena al fratello maggiore – la torre The Shard – bensì a dialogare con esso. La struttura si ritrae progressivamente verso l’alto, quasi a non voler oscurare le visuali, e si solleva da terra lasciando sotto di sé una sorta di piazza sospesa, permeabile e luminosa. È qui che prende forma l’idea di un edificio che non isola ma che connette la stazione di London Bridge, le strade affollate di passanti e le corti interne del quartiere. Per il paesaggio e gli spazi esterni è stato chiamato lo studio di Dan Pearson, che ha disegnato terrazze, giardini e un piccolo parco urbano capace di restituire verde a una delle zone più dense e trafficate della capitale inglese.
All’interno, la torre ospita 176 appartamenti destinati all’affitto, dai monolocali agli attici panoramici. Il filo conduttore è la luce naturale, che entra a tutta altezza dalle grandi vetrate e si moltiplica negli affacci tripli di alcune unità. Gli interni, affidati allo studio londinese State of Craft, puntano su materiali naturali e superfici tattili, dal legno alla pietra, con due palette cromatiche ispirate ai quartieri di Bermondsey e Borough (declinate in toni chiari o scuri) e dettagli discreti che accentuano la sensazione di comfort. Ogni residenza è completata da arredi su misura o di brand come Cassina, B&B Italia e Fredericia, oltre a opere d’arte curate da Richeldis Fine Art, che portano nelle abitazioni dipinti di Lawrence Calver e Carla Cascales, ceramiche di Rhian Jones, fotografie di Chiara Zonca e installazioni di Nicolas Feldmeyer. Altra caratteristica distintiva sono i winter garden, logge coperte e ventilate naturalmente che trasformano il balcone tradizionale in un’estensione della casa: uno spazio dove leggere, lavorare o cenare con la città ai propri piedi, riparati dal vento ma immersi nel panorama.
Ma ciò che distingue Shard Place da altri sviluppi residenziali londinesi è la ricchezza degli spazi condivisi. Oltre 1.100 metri quadrati di aree comuni si distribuiscono su tre piani, con servizi che spaziano dall’area wellness con palestra, sauna e bagno turco alla sala cinema privata da 15 posti, dalla sala da pranzo privata con cucina e chef su richiesta fino alla piscina panoramica all’aperto – la più alta di Londra – che sembra sospesa tra il cielo e il Tamigi. Al sedicesimo piano, poi, un’orangerie a doppia altezza e una biblioteca si aprono sulle terrazze, regalando scorci che arrivano fino alla cupola di St.Paul.
Non mancano naturalmente i servizi tipici di un edificio di fascia alta – concierge h24, sicurezza, manutenzione, depositi bici, ricariche per auto elettriche – ma l’approccio di Piano si concentra anche sulla sostenibilità: ventilazione naturale, schermature solari, facciate performanti e strategie per ridurre consumi energetici e impatti acustici. Una «buona architettura», come ama ripetere l’architetto genovese, che cerca equilibrio tra estetica, efficienza e benessere.
Certo, il prezzo di un simile pacchetto abitativo non è per tutte le tasche e il dibattito sull’accessibilità resta aperto: le residenze si rivolgono a un target alto – probabilmente altissimo –, spesso internazionale, in un contesto urbano già difficile dove la casa è sempre più un bene raro. Ma il valore urbano di Shard Place va oltre le sue mura: con i suoi giardini, gli spazi pubblici e le nuove connessioni pedonali, il progetto contribuisce a ridefinire l’identità di London Bridge come hub vitale e cosmopolita, dove si intrecciano architettura e città. L’apertura e l’ingresso dei residenti è previsto entro la fine del 2025.
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