200 mq di infinite possibilità, di sfumature sempre nuove e di ambientazioni oniriche. Una chimera? No, un appartamento nel cuore di Milano, all’interno di un tipico palazzo borghese degli inizi del Novecento. Qui, fra carte da parati bucoliche e specchi a tutta altezza, la mente viaggia e il corpo si perde tra gli ambienti di questa dimora.
A rinnovarla è l’architetto Ginevra Calisti, che ha modellato lo spazio utilizzando le emozioni. Lei stessa ci racconta che l’appartamento, bisognoso di cure, è tornato «ad acquisire fascino, grazie al recupero di alcuni elementi tipici dell’epoca come i pavimenti, le porte e le finiture preziose. La casa necessitava di una rinascita visto che aveva perso tutte le caratteristiche tipiche del contesto storico in cui si colloca».
Per Ginevra progettare significa riportare alla luce, e mai come in questo ambizioso progetto potrebbe essere più evidente. «Attraverso una ristrutturazione sartoriale e ricca di contrasti, in cui stili ed epoche diversi convivono, l’intento è stato quello di esaudire il desiderio dei clienti di abitare uno spazio al tempo stesso contemporaneo» suggerisce l’architetto «ma comunque raffinato e classico».
L’ingresso bucolico
L’intento del progetto, che affonda le radici nel luogo in cui si trova, era quello di ricreare un giardino d’inverno.
Percorrere gli ambienti di questo appartamento significa sprofondare all’interno di un’altra realtà. Un mondo naturale che si piega ai colori, e alle atmosfere, della carta da parati dall’artista Elena Carozzi. «Elena è un’esteta. Le sue carte da parati sono dei veri e propri universi artistici in cui immergersi» ci racconta la progettista che opta, per quattro pannelli in semi-continuità fra loro.
Questa opera, che si trova in ingresso, è tra i veri protagonisti della ristrutturazione e nasconde un vano di servizio che altrimenti sarebbe stato a vista. L’artista, che interviene sul fondale, opta per un linguaggio seducente e raffinato, nei toni dei rosa e dei rossi. L’ospite si ritrova, d’impeto, all’interno di un mondo fiabesco.
Questa bussola, che conduce verso tutti gli altri ambienti della casa, evoca da sola l’atmosfera intrigante che caratterizza l’intero appartamento. «Tra un ambiente all’altro si vengono a creare scorci e prospettive sempre nuove» suggerisce Ginevra, che «combina elementi classici, come il parquet in rovere massello posato a spina italiana ai dettagli contemporanei».

Il mix vincente fra classico e contemporaneo
«I clienti sono una coppia giovane, con due bimbi, e la loro prima richiesta è stata quella di dare vita a una casa contemporanea ma che mantenesse un sapore classico». E così «sono stati scelti pochi elementi, ma iconici, come alcuni arredi del Novecento italiano e la grande parete in specchio anticato che, con le sue linee stilizzate, invece rimanda ad un’altra epoca». Fatta di sfarzo, di glorie, di magnificenza. A suggerire questo linguaggio è stato, fra gli altri, il colosso milanese a pochi passi dal portone di casa: Villa Necchi Campiglio.

D’altronde era inevitabile inciampare nella cura e nella grazia che abitano la villa del maestro Piero Portaluppi, fonte di ispirazione per Ginevra e il suo team. «Ci siamo ispirati ai colori di Portaluppi, ai marmi verdi e alle forme più classiche per la posa dei pavimenti». Il verde, oltre a colorare i bagni, dipinge anche le pareti e i soffitti del corridoio (tipico milanese), che come una spina dorsale conduce verso gli altri ambienti.
L’architetto suggerisce come «pochi altri elementi sono a colori, per la maggior parte abbiamo optato per tonalità neutre e luminose che irradiassero di luce i luoghi principali di questo appartamento borghese». Il risultato? Una dimora dal fascino senza tempo, ricca di suggestioni e di prospettive sempre nuove.

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