Chi era Nicola L., straordinaria artista ora in mostra a Bolzano

Foto Rita Barros

Attivista, ottimista ma soprattutto coerente contestataria, a partire dal nome. L’artista franco-marocchina Nicola L. (nata Nicole Jeannine Suzanne Leuthe nel 1932) – dopo aver preso coscienza dei pregiudizi ricorrenti sulle artiste donne – decide di non usare più il suo cognome per esteso, abbreviandolo in L. Un gesto pacifico che segna l’inizio di una protesta portata avanti per tutta la vita (muore nel 2018), con l’intento di abbattere confini di etnia, genere, relazioni interpersonali.

La sua critica si affida a un linguaggio morbido, in senso letterale, capace di trasmettere messaggi ugualmente radicali. Nella sua pratica – dove si riconoscono tracce di Pop Art e Nouveau Réalisme – si intrecciano attivismo politico, cosmologia, spiritualità, sessualità e ambientalismo, istanze che ha espresso utilizzando le forme più diverse, dalla scultura alla performance, dalla pittura al disegno, dal collage al film.

Fra scultura e design

A partire dagli anni Sessanta, Nicola L. si dedica a esplorare il concetto di morbidezza come forma di resistenza. Le riflessioni che elabora durante questo percorso diventano i suoi pezzi firma.

Al confine fra sculture e design, i complementi d’arredo antropomorfi di grandi dimensioni sono tra le sue opere più rappresentative e conosciute: lampade a forma di occhi e labbra, chaise longue morbide e flessibili che rappresentano piedi, mani o figure umane giganti.

“Una stessa pelle per tutti”

Nicola L. – I Am The Last Woman Object
Nicola L., Sun & Moon Giant Pénétrables, c. 1996. Courtesy Nicola L. Collection and Archive and Alison Jacques, © Nicola L. Collection and Archive. Photo: Makenzie L Goodman

A partire dalla metà degli anni Sessanta realizza tele di grande formato da cui emergono teste, maniche e gambe di pantaloni indossabili, per consentire alle persone di calarsi fisicamente e simbolicamente in altri corpi e ruoli. Opere che il critico d’arte Pierre Restany definì nel 1968 con il termine di “pénétrables” e che sono nate dall’idea di generare un corpo collettivo, una “stessa pelle per tutte e tutti” libera da quei pregiudizi alla base di ogni esclusione sociale.

Dalla parte delle donne

E parlando di esclusione sociale, Nicola L. non risparmia una critica audace nemmeno ai ruoli di genere tradizionali e all’oggettificazione della donna. Tematiche femministe di cui si fa portavoce con opere celebri come Little TV Woman: “I Am the Last Woman Object (1969) o le Femmes Commodes (1969–2014), armadi in legno dipinto a forma di silhouette femminili stilizzate, le cui parti del corpo si aprono come cassetti. Con la serie Femmes Fatales (2006) l’artista racconta nove celebri donne la cui vita è stata tragicamente interrotta, tra cui Frida Kahlo, Marilyn Monroe, Billie Holiday e Ulrike Meinhof. Si tratta di ritratti-collage su lenzuola che mettono a confronto le convinzioni e le passioni di queste donne con ciò che la Storia e i media ne hanno fatto.

Nicola L. – I Am The Last Woman Object
Nicola L., Orange Femme Commode, 1969/2008. Courtesy Nicola L. Collection and Archive and Alison Jacques, © Nicola L. Collection and Archive. Photo: Michael Brzezinski

La prima retrospettiva in Italia al Museion di Bolzano

A tutto questo suo mondo interiore e collettivo è dedicata la mostra Nicola L. – I Am The Last Woman Object, presso il Museion di Bolzano fino al 1 marzo 2026, la prima esibizione museale dell’artista in Italia e la più ampia mai realizzata fino a oggi.

La retrospettiva riunisce infatti oltre ottanta opere realizzate nell’arco di cinquant’anni, all’interno dello spazio espositivo progettato dallo Studio Manuel Raeder. Dopo Graffiti, terminata a settembre scorso, questa è la seconda mostra a far parte della nuova linea di ricerca di Museion intitolata The Softest Hard, che si pone come un gesto artistico e politico allo stesso tempo: in un presente segnato da guerre, violenze diffuse e democrazie minacciate, l’arte può (deve?) diventare una pratica urbana e sociale di resistenza non violenta.

Nicola L. – I Am The Last Woman Object
© Nicola L. Collection and Archive
Living ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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