Cindy Sherman mette all’asta gli arredi della sua casa a Parigi

Christophe Comoy, Cindy Sherman e Luis Laplace, 2013 ©Matthieu Salvaing copia

Un appartamento che è insieme diario e maschera, rifugio e palcoscenico. Il pied-à-terre parigino dell’artista Cindy Sherman, progettato dallo studio Laplace, il 2 ottobre sarà protagonista di un’asta da Piasa, aprendo al pubblico un universo fino a oggi rimasto intimo e segreto.

Non si tratta soltanto di stanze arredate con pezzi iconici del design internazionale, ma di un vero e proprio “set domestico” a cui Sherman ha dato forma con il suo gusto e il suo sguardo, lontano dall’obiettivo fotografico ma in perfetta continuità con esso. Ogni dettaglio, dai tessuti scelti ai contrasti cromatici, racconta un modo di abitare che riflette la stessa tensione tra identità e trasformazione che percorre la sua opera.

Nata nel 1954 nel New Jersey, Cindy Sherman è tra le figure più influenti dell’arte contemporanea. Con la serie Untitled Film Stills (1977-80) rivoluzionò la fotografia, mettendo in scena se stessa in guise diverse interrogando, per oltre quarant’anni, i temi di identità, genere e rappresentazione attraverso metamorfosi senza fine. Le sue opere sono custodite nei più importanti musei del mondo, dal MoMA di New York al Centre Pompidou di Parigi, plasmando l’immaginario di generazioni di artisti.

L’asta è la nuova frontiera di questo racconto: non più l’immagine costruita davanti all’obiettivo, ma quella silenziosa di una quotidianità fatta di oggetti, arredi e atmosfere. È il prolungamento naturale della sua poetica, in cui il confine tra scena e vita reale si fa labile.

UN APPARTAMENTO COSMOPOLITA E PROFONDAMENTE PARIGINO

L’appartamento, realizzato da Luis Laplace e Christophe Comoy, fondatori dello studio Laplace, nasce da un dialogo intenso tra l’artista e gli architetti.

«Cindy confessò che non avrebbe mai immaginato di aver bisogno di aiuto con la sua casa, ma capì presto quanto fosse impegnativa», racconta Laplace. «Il confronto costante ci ha permesso di trovare il tono giusto e costruire uno spazio che le somigliasse davvero».

Sherman desiderava un interno vivo, colorato, con pattern audaci, lontano da formule prevedibili e comfort borghesi. La fascinazione per i tessuti africani portati da un viaggio degli architetti divenne il punto di partenza per tende e cromie. Ne è nato un ambiente elegante, cosmopolita ed eterogeneo: «Abbiamo riunito grandi firme italiane del vintage come Ignazio Gardella e Guglielmo Ulrich, il design brasiliano di Joaquim Tenreiro e le arti decorative francesi. L’atmosfera che ne scaturisce è eclettica e profondamente personale», continua Laplace.

Per volere dell’artista, le sue opere non adornano le pareti di casa: «Le vedevo già abbastanza nel mio quotidiano», spiegò Cindy Shermann. La sua conoscenza di architettura e design ha reso il processo ancora più consapevole, lontano da formule convenzionali.

Cindy Sherman mette all'asta gli arredi della sua casa a Parigi
Dettaglio della zona notte ©Matthieu Salvaing

L’atmosfera è sorprendente: un grande divano curvo italiano davanti al camino, due poltrone anni Sessanta rivestite di giallo, un tavolo da pranzo con sedie di Guglielmo Ulrich, console anni Quaranta e vasi di Murano firmati Massimo Micheluzzi. Il risultato è un interno sofisticato e insieme giocoso, dove il rigore incontra l’imprevisto.

«Abbiamo messo insieme firme italiane, brasiliane e francesi, cercando sempre l’equilibrio tra eleganza e sorpresa. L’appartamento è cosmopolita, ma profondamente parigino» sintetizzano gli architetti.

L’ AUCTION SALE: NON SOLO DESIGN

Il 2 ottobre, negli spazi di PIASA in rue du Faubourg Saint-Honoré, questa scenografia privata sarà smontata e messa all’incanto. Scorrendo il catalogo sul sito ci si rende subito conto che il repertorio non si limita agli arredi: tra i lotti spicca la Malle Studio creata da Sherman per il 160° anniversario del Monogram Louis Vuitton, stimata tra i 50.000 e i 70.000 euro, vera pièce de collection.

Cindy Sherman mette all'asta gli arredi della sua casa a Parigi

In vendita anche fotografie, opere contemporanee come A Simple Text (White Flowers) di Sarah Charlesworth, stimata fino a 7.000 euro, e un pezzo scintillante di Bjarne Melgaard che mescola cristalli e vernice rosa, valutata fino a 15.000 euro. Non mancano oggetti personali, come una Leica X2 in edizione limitata e una valigia Rimowa firmata a pennarello dall’artista.

Sherman, che da oltre quarant’anni mette in scena identità fluide e personaggi cangianti, ha sempre considerato i luoghi come parte integrante della sua opera. «Non vive con le proprie fotografie, le vede già ovunque», nota Laplace. Ma in questo appartamento ha costruito una sorta di anti-ritratto: non se stessa, bensì il suo gusto, la sua ironia, la sua idea di casa. Ora quel ritratto per interni è pronto a cambiare scena, aprendo il sipario del mercato internazionale.

Dove: PIASA, Parigi

Quando: 2 ottobre 2025

piasa.fr

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