Al numero 10 di via Giuseppe Bertani, a Mantova, c’è una vetrina verde-bianco-oro un po’ surreale, con origami, fondali di carta, ellebori, pinetti, bulbi. È il Natale di Benedetta Ombroni, founder e direttrice creativa della boutique I Fiori di San Lorenzo, a due passi dall’omonima basilica. Più che un’attività, la prova che a volte il destino ti aspetta. Pazientemente.
Cresciuta a ‘pane e tulipani’ – garofani e crisantemi – nel negozio della mamma, Benedetta ha provato per qualche anno una carriera nel settore della comunicazione, ramo editoria (il suo sogno era Vanity Fair), prima di tornare sui suoi passi e trasformare un’eredità involontaria in una passione consapevole. Era il 2011. Oggi I Fiori di San Lorenzo è una delle realtà più interessanti della Lombardia: la modernità che sposa il cuore della provincia.

Bouquet personalizzati, oggetti di ricerca, progetti artistici e di branding, produzioni editoriali, allestimenti per eventi e matrimoni. Aperto da qualche mese, poi, lo spazio Bloom Room, adibito a mostre, workshop, apertivi olfattivi. «Concettuale e trasformativo, cambia volto ogni occasione, grazie ai nostri materiali di scena, tra pannelli, rami e strutture vegetali», racconta. «Sentivo il bisogno di arricchire il mio mondo con stimoli nuovi e ampliare la narrazione».
Contaminazioni. È una delle parole chiave di Benedetta che proprio sulle ibridazioni imprevedibili ha costruito uno stile. «Un’amica lo definisce ‘spreciso’: non impreciso, ma di sentimento. Significa avere la tecnica, conoscere alla perfezione le regole compositive – gli abbinamenti, i volumi, le forme, le dimensioni –, e infrangerle di volta in volta con la propria sensibilità».
Qualche esempio? «Un girasole rustico – sinonimo di campagna – accostato a una calla, linea pulita, eleganza minimal. Un’orchidea tropicale accanto a un mughetto selvatico: apparentemente lontani, in realtà figli della stessa terra umida. E ancora, una foglia di banano, grande, esuberante, e la delicatissima fritillaria. Due soli elementi, ma il contrasto di scala, texture e provenienza crea una tale tensione visiva che non c’è bisogno di aggiungere altro».

Tra le specialità della casa anche le ‘sculture fiorite’: leggere, dinamiche, adattabili a qualsiasi situazione, perché costruite con reti metalliche o impalcature di pali e scotch alla maniera asiatica, guarnite, all’occorrenza, con tessuti e carta. «I fiori che crescono attorno perdono la loro identità botanica per diventare linee e silhouette. Pura forma». È la tendenza del momento, precisa Benedetta.
Vanno invece oltre le mode le piccole varietà stagionali che seleziona nelle aziende agricole del territorio (attualmente il riferimento è Frasca Flower Farm). «Hanno caratteristiche uniche, non standardizzate, e fanno la differenza nelle composizioni». Per quest’anno, il consiglio è di lasciare da parte i decori ingombranti e concentrarsi sui piccoli formati: bugie vintage per candele a stelo e vasetti sottili con tulipani, anemoni e ranuncoli rigorosamente bianchi. Anche se la star dell’inverno, dice, è l’amaryllis: «Gambo alto e calice rosso, che si apre come un sipario».

L’ALBERO FIORITO
CHE COSA SERVE
Un albero di Natale – finto o vero – di circa 2 metri.
Ortensia essiccata: almeno 30 steli.
Soffioni stabilizzati: almeno 20 steli.
Foglie di phlebodium: 20 steli.
Amaranthus: 10 steli.
Tartarico essiccato o in alternativa limonium: 10 steli.
Allium essiccato: 5 steli.
Graminacee colorate: 30 steli.
Capsule di nigella: 30 steli.
(Raddoppiare le quantità se si vuole addobbare tutto l’albero)
PROCEDIMENTO
La decorazione si sviluppa dall’alto verso il basso, lasciando libera la parte inferiore. Per rendere più semplice la procedura, abbiamo collocato gli steli direttamente tra i rami partendo con l’ortensia, che è il fiore più grande e quindi ‘la base’ del decoro. La utilizziamo soprattutto per creare movimento e la distribuiamo in ordine sparso fino a 30 cm circa dalla base. A seguire, si aggiunge il tartarico o il limonium, e successivamente le foglie di phlebodium ancora verdi, che poi seccandosi prendono una bella tonalità ocra. Continuiamo la guarnizione inserendo l’allium e i soffioni: forme tondeggianti che richiamano i decori classici. Infine lavoriamo sui colori: nigella e graminacee, che spuntano dai rami, e amaranthus a caduta, in alcuni punti concentrati. Da sottolineare che i decori devono essere distribuiti soprattutto nella parte superiore, creando una texture di forme, materiali e palette cromatica.

L’articolo Come creare un albero di Natale con i fiori: i consigli di Benedetta Ombroni sembra essere il primo su Living.
