Cosa ci è piaciuto della Design Mumbai 2025

Potenzialità di espansione con capacità di numeri enormi, Design Mumbai è la fiera «che si rivolge innatamente al settore contract», dice Piyush Suri, co-fondatore dell’evento con Ian Rudge e Michael Dynan. Ancora pionieristica e sperimentale, la seconda edizione della manifestazione, nell’ultima settimana di novembre 2025 ha spostato l’attenzione sul sud-est asiatico.

Un padiglione non dispersivo, chiaro e fruibile, con agli estremi i due punti ristoro, quello del pop-up del club Soho House e il café-installazione concepito dallo spagnolo Lucas Muñoz Muñoz (che raccontiamo più avanti).

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Soho House

Design Mumbai ha vocazione di vetrina-scambio sia per le aziende locali in cerca di riconoscimento globale che per i marchi internazionali, un’ottantina in tutto, che vogliono affacciarsi al mercato indiano in rapida crescita. Non a caso con una considerevole rappresentanza degli italiani, tra cui Flos, Natuzzi, Poltrona Frau e Ceccotti Collezioni.

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Studio Avni

Uno degli interventi più sofisticati di questa edizione di Design Mumbai è stato quello dell’American Hardwood Export Council (AHEC) in collaborazione con il produttore di mobili indiano Phantom Hands. Si tratta di Re-editions, collezione variegata frutto di una serie di collaborazioni con designer di alto profilo che hanno dato forma ad arredi opere di ebanisteria in varie essenze. Interessanti le sedute in “quercia rossa”, una specie di rovere, di Geoffrey Bawa Practice, Adam Markowitz, Inoda+Sveje e il paravento-divisorio di x+l che evoca quelli della grande Eileen Gray.

studio saar
Srivan di Studio Saar

La presentazione è avvenuta in un padiglione ridotto all’essenziale, struttura in legno e pannelli traslucidi. Un chiaro richiamo alle case giapponesi coi divisori in carta di riso e alle superbe tecniche di carpenteria nipponica. L’anglo-indiano Studio Saar (il quale ha dietro il colosso industriale della famiglia Singhal, proprietaria anche di un impianto di produzione in Trentino) è autore di progetti filantropici rivolti alla comunità nella zona di Udaipur in Rajasthan, come il centro culturale e didattico Third Space, il recupero e salvaguardia delle aree verdi cittadine e con in cantiere il più grande impianto green per la produzione di circuiti elettronici stampati dell’India. Per Design Mumbai ha progettato Srivan, un’installazione riutilizzabile che offre un’ideale immersione nella natura con una serie di imponenti ma leggere strutture in pietra, acciaio e cotone di Jodhpur, che simboleggia appunto Srivan, uno dei tre tipi di foreste della tradizione vedica.

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Jaipur Rugs

Il padiglione posizionato all’esterno della fiera offre un punto di sosta per la riflessione su una architettura futura più consapevole. Sempre nello spazio esterno, Jaipur Rugs, l’azienda di tappeti che conduce in modo familiare 40.000 artigiani di cui l’85% donne, ha allestito la sontuosa Court of Carpets. L’installazione è un campo da tennis in cui il fondo erboso o in terra è stato sostituito da tappeti variopinti sui quale si poteva giocare veramente con palline ricamate; ludica e coinvolgente, ha catalizzato il pubblico in un’orda di tennisti improvvisati.

L’ex direttrice della rivista Elle India, Kamna Malik ha curato invece The Object Edit, selezione di mobili, luci, opere e oggetti d’arte di studi scelti per la loro materialità e le storie di manifattura, i quali spaziano tra collezionismo e artigianato. Tra quelli che ci sono piaciuti di più nell’allestimento minimalista pieno di contenuto: le lampade con tessuto impalpabile ricamato Aria di Stem, la seduta Kamam con la piantana Dyuti di Beso, il ripiano Wave Step Console 3.0 e la lampada in rame Undula, entrambe di Andblack.

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Esvee Atelier

Una delle presenze più inaspettate ma significative, il designer spagnolo Lucas Muñoz Muñoz ha portato in India il suo impegno sulla sostenibilità, fautore di una progettazione che insegue l’impatto zero (nei suoi progetti riutilizza il 60/70% dei materiali che trova già presenti on site ma punta a raggiungere il 100%). Già autore del pluripremiato ristorante–manifesto Mo de Movimiento di Madrid, a Mumbai ha realizzato il bar caffé Ex-hotel coi materiali recuperati dai recenti progetti di ristrutturazione dei THE Park Hotels.

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Dopo aver trascorso sei giorni col suo capo team Joan Vellvé Rafecas a selezionare tra scarti e riuso, ecco che le porte numerate delle camere sono state trasformate da trascorsi da Muñoz Muñoz  in paraventi divisori, i tavolini in nuovi sistemi espositivi e intere porzioni di pareti assemblate in un imponente tavolo conviviale. Curiose le suggestioni artistiche che il designer ha voluto dare ai suoi pezzi, nei riferimenti alle opere di Gordon Matta-Clark, Christo & Jeanne-Claude, Tejo Remy, Droog e Memphis, alcuni più immediati, altri meno, che il pubblico si è divertito a scoprire.

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ll bar Ex-hotel di Il designer Lucas Muñoz Muñoz

Designmumbai.com

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