Come trasformare del metallo dismesso da serre e pali della luce nobilitandolo in bellissimi oggetti di design realizzati a km (quasi) zero? Il progetto R100, voluto dal colosso norvegese dell’alluminio e delle energie rinnovabili Hydro, è iniziato con la raccolta di più di 50 tonnellate di materiale recuperato nell’area di Eindhoven in Olanda. Poi è stata coinvolta una cinquina di designer internazionali e il risultato è stato esposto durante l’ultima Dutch Design Week andata in scena proprio nella città olandese.
Ogni oggetto della collezione prende vita entro un raggio di produzione auto imposto, appunto, di 100 km nell’area del Benelux, la regione che copre i tre stati Belgio-Olanda-Lussemburgo. Un impegno per una produzione più consapevole guidata da questa ipotesi: la distanza limitata avrebbe favorito la drastica riduzione delle emissioni di carbonio legate ai trasporti, aumentando al contempo l’efficienza della filiera.

Nella collezione troviamo arredi a complementi disegnati dal tedesco Stefan Diez (Compasso d’Oro 2024 col divano per Magis), dalla danese Cecilie Manz, dall’olandese Sabine Marcelis, dal norvegese Daniel Rybakken e dal giapponese Keiji Takeuchi, tutti nomi scelti dall’art director Lars Beller Fjetland.
Ognuno ha interpretato in modo personale l’idea di upcycling. Chi con apparente semplicità, come nella mini collezione di lampade in tre misure Orbit Light di Marcelis che sembrano un foglio srotolato ma che hanno richiesto un grande sforzo di produzione, oppure pittorico, come nei paesaggi Fields di Daniel Rybakken che evocano i variopinti campi di tulipani olandesi; chi ironicamente, come Diez, che con l’alluminio riciclato ha creato pragmaticamente il cestino in due misure Boss, termine che sta per immondizia in certe regioni norvegesi.

Ci sono poi gli RØR / Tubes di Cecilie Manz, composizione astratta di cilindri impilabili a libera interpretazione con superficie disegnata a mano e la solida poltrona da esterno Profil di Keiji Takeuchi composta da un’estrusione cava che la fa apparire quasi morbida. Ricercate anche le finiture satinate piacevoli al tatto e le gradazioni dei colori delle varie varianti compreso il sempre elegante grigio originale.

All’art director Lars Beller Fjetland era balzata inizialmente in testa la domanda: sarebbe stato possibile risolvere tutte le fasi operative – raccolta scarti, fusione, estrusione e lavorazione meccanica, anodizzazione – entro un raggio di 100 km? Per creare poi cinque nuovi e audaci progetti, realizzati al 100% nel mono materiale post-consumo? L’esercizio è stato eseguito perfettamente: tutti i pezzi sono realizzati in alluminio riciclato Hydro CIRCAL 100R, anche se per ora parliamo purtroppo solo di prototipi non ancora in produzione di serie.


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