Come a casa, più di uno studio. «Questo non è solo un luogo di lavoro, è un rifugio creativo dove le idee prendono vita in ogni angolo, anche in cucina». Che sia tra i fornelli o in giardino, l’architetto Fred Peclat libera la mente e poi lascia andare le mani su fogli bianchi e Mac argento.
«Mi sembra di vivere più qui che nel mio appartamento, ci passo dalle dieci alle dodici ore al giorno. È come una seconda casa ma non ci ho mai dormito, almeno non ancora», scherza Fred che con il suo Atelier Peclat si occupa di interiors e architettura per pubblico e privato.
Lo studio si trova in quella che era una villa unifamiliare nel bairro Jardins di San Paolo, la zona del lusso, della finanza e della moda, anche la più verde e vivace della città.
È un edificio indipendente di circa centosessanta metri quadrati su due livelli con un giardino di piante tropicali e autoctone brasiliane: «Io e il mio team ci siamo trasferiti nel 2023. Abbiamo fatto un restyling estremo per trasformarlo in uno spazio di lavoro, mantenendo però il calore e il carattere di un ambiente domestico. Il design invita al comfort e alla convivialità, non volevamo un’atmosfera asettica e aziendale».
Gli interni sono stati ripensati nello stile e nelle dimensioni. Eliminate le porte, ricavate delle nicchie, spostata la vecchia scala per sfruttare ogni metro quadro e rendere le stanze più ampie, fluide e comunicanti.
Al piano terra, la sala riunioni è un vero e proprio salotto con poltrone, divani e tavolini per accogliere i clienti e confrontarsi con i collaboratori. E se la discussione va per le lunghe c’è una piccola e attrezzata cucina in acciaio fatta su misura per preparare un pranzo veloce.

Al primo piano, la struttura originale in legno è stata demolita e ricostruita perché compromessa dall’infestazione di termiti. Poi arredata con una scrivania extralarge, sedie ergonomiche, computer e scaffali.
Tutte le finestre sono state ripensate e sostituite con grandi vetrate scorrevoli per migliorare la vista, la luminosità e la ventilazione. I materiali utilizzati sono di origine minerale, i toni neutri.
Curioso il bagno con il solo lavabo lasciato all’aperto, senza soffitto, sotto il cielo e le stelle: «Una scelta forte, non convenzionale. Ma ci piaceva l’idea di consentire alla pioggia di entrare nello spazio e creare un’interazione inaspettata con chi lo utilizza. Volevamo trasmettere un senso di autenticità e connessione con la natura».
Per avere ancora più armonia tra dentro e fuori, hanno mischiato le vernici ottenendo un colore ‘osso’ che esalta le texture di pavimenti e pareti. Anche i mobili e le lampade sono stati ideati da Atelier Peclat e firmati More, che sta per Modernismo Reimaginado, il loro brand di design.
Tra pezzi minimal e vintage, ceramiche e kilim, ecco i dipinti e le sculture di artisti locali scelti personalmente da Fred, collezionista per passione: «Affrontiamo ogni progetto in modo olistico. La selezione delle opere e dei pezzi è stata fatta considerando sia l’estetica sia la loro capacità di interagire con l’architettura e il giardino. Rigoglioso e vibrante, è il cuore pulsante dello spazio».

Una piccola oasi dove tra foglie di filodendro e fiori di eliconia, c’è anche una fontana di granito brasiliano con l’acqua che fuoriesce da uno dei gradini della scalinata esterna, e scorre di continuo come un ruscello: «Volevamo aggiungere una dimensione emotiva e sensoriale allo studio, un pensiero di movimento e di vita. E poi il croscio intenso porta un senso di tranquillità. È in giardino che cerco di trovare l’ispirazione durante la giornata».
Un posto silenzioso che fa fiorire anche le idee. Come un progetto di ristrutturazione in corso ad Amsterdam, il primo lavoro di Atelier Peclat in Europa.
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