Numeri da record per il Salone del Mobile 2025. In attesa della nuova edizione 2026 , in programma dal 21 al 26 aprile, l’Annual Report (Eco) Sistema Design Milano conferma il ruolo della manifestazione come piattaforma globale in grado di generare impatti significativi sulla città, sia in termini economici sia culturali. Il report, presentato al Teatro Studio Melato, analizza l’impatto della settimana del design su Milano, introducendo due importanti novità: l’utilizzo dei dati di rete mobile per studiare i flussi urbani e un focus dedicato alla produzione culturale di design.
Nel 2025, il Salone ha registrato 302.786 presenze da 160 Paesi, mentre in città il palinsesto degli appuntamenti è cresciuto del 25,7% rispetto al 2024, raggiungendo 1.667 eventi censiti dal Comune. L’indotto economico complessivo è stato di 278 milioni di euro, con un incremento del 15% rispetto al 2023, anno della Biennale Euroluce, e un picco della spesa digitale del +18%. Anche la mobilità urbana ha raggiunto valori record: l’uso della metropolitana è aumentato del 39,6% rispetto alla media annuale, mentre il settore ricettivo ha registrato incrementi significativi delle tariffe.
Con 2.103 espositori da 37 Paesi, di cui 259 alla prima partecipazione o di ritorno, il Salone conferma la sua struttura internazionale e altamente professionale. Oltre 1,3 milioni di interazioni tra aziende e professionisti e una “intention to return” del 93% tra gli espositori dimostrano la solidità del modello. Il report evidenzia inoltre un aumento del 34,2% degli studenti presenti negli ultimi due anni e la partecipazione di 58.155 maestranze nelle fasi di allestimento e disallestimento, a testimonianza di un ecosistema produttivo organizzato secondo standard elevati.
Il Programma Culturale 2025, curato da Annalisa Rosso, Editorial Director and Cultural Events Advisor del Salone del Mobile.Milano, ha integrato eventi multidisciplinari come La dolce attesa di Paolo Sorrentino, Mother di Robert Wilson, Library of Light di Es Devlin e Villa Héritage di Pierre-Yves Rochon, talk, tavole rotonde e forum internazionali che hanno ulteriormente consolidato il ruolo della manifestazione e della città come laboratorio condiviso in cui manifattura, progetto e cultura dialogano.

La ricerca sul campo, condotta dal Politecnico di Milano con 100 studenti, ha mappato la distribuzione urbana degli eventi, evidenziando una concentrazione significativa nei poli del Duomo e Brera, con densità rispettivamente di 138 e 157 eventi per km quadrato, contro una media cittadina di 6 eventi per km quadrato. Per la prima volta, l’analisi dei flussi di rete mobile, grazie a Fastweb e Vodafone, ha permesso di misurare l’effetto del Salone sulla città: picchi di affluenza a Brera (+51,9%), Porta Genova (+41,3%) e Parco Sempione (+25,4%), mentre l’area centrale intorno al Duomo ha superato 3,5 milioni di presenze settimanali (+19,3%). La fascia di età predominante è tra i 25 e i 59 anni, con una significativa presenza di giovani professionisti e studenti.
Durante la Settimana del design, Milano ha registrato 136.157 arrivi, di cui l’80,2% stranieri, con 412.500 pernottamenti in città (+11,4%) e una permanenza media di 3,03 notti. La spesa digitale è cresciuta fino al 23% tra i visitatori internazionali, concentrandosi nei CAP centrali (Brera, Duomo, Sant’Ambrogio). Anche le tariffe alberghiere hanno registrato incrementi importanti: fino al +129,56% per le tariffe massime di hotel due stelle. Gli aeroporti e la mobilità urbana hanno seguito il trend positivo: Malpensa, Linate e Bergamo hanno movimentato 1.188.570 passeggeri, mentre la metropolitana ha registrato 1.320.965 ingressi medi giornalieri, il dato più alto dell’anno. Boom della sharing mobility, con 13.853 noleggi di monopattini (+73,2%).

Secondo le ultime elaborazioni Fondazione Symbola e Istituto Tagliacarne su dati ISTAT–ASIA, tra Milano e provincia operano 7.360 soggetti tra società, imprese individuali, liberi professionisti e lavoratori autonomi specializzati in attività di design, in crescita dell’8,4% rispetto all’ultima rilevazione. Le sole imprese di design specializzate (società e ditte individuali) raggiungono le 2.333 unità, il valore più alto mai registrato, con un incremento del 70,5% dal 2009, a testimonianza di una trasformazione strutturale di lungo periodo.
La nuova classificazione ATECO 2025 (classificazione statistica delle attività economiche in Italia) ha consentito di geolocalizzare 2.556 imprese di design: dall’analisi risulta che il 74% è attivo nel Comune di Milano, soprattutto nelle aree centrali e nell’anello intermedio. Sul fronte dell’innovazione, il capoluogo conta 34 start up e PMI innovative del design (ATECO 74.10): l’70,8% del totale lombardo, circa il 25% di quello nazionale, ma appena l’1% delle start up attive in città. Numeri che indicano un potenziale di crescita non ancora espresso e la necessità di strumenti mirati per favorire scalabilità e consolidamento. A sostenere il sistema contribuisce una filiera formativa strutturata, composta da 42 istituzioni tra scuole di design, università e istituti AFAM, con oltre 17.000 studenti iscritti.
La ricerca condotta dal Dipartimento di Design del Politecnico di Milano ha mappato 533 risorse culturali attive tra città e provincia, tra soggetti, luoghi e pratiche che generano, promuovono, conservano e diffondono contenuti culturali legati al design. Di queste, 295 operano sulla cultura del progetto come attività prevalente, mentre 238 integrano il design in modo occasionale o periodico, configurando un sistema dinamico in cui produzione continuativa e iniziativa episodica concorrono alla vitalità complessiva dell’ecosistema.
Nel perimetro della mappatura rientrano 56 musei, 210 archivi del progetto — di cui 199 riconducibili a progettisti e 11 a imprese — 88 associazioni, fondazioni e centri culturali, 20 biblioteche e materioteche, 31 gallerie, 25 soggetti attivi nell’organizzazione di format espositivi, 60 editori e riviste e 37 scuole e università di design.
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