Ettore Sottsass, una vita in immagini: alla Triennale un grande racconto libero senza nostalgia

Ettore Sottsass, Arizona, 1977

Una distesa di 1.200 fotografie, disposte a parete come un tappeto visivo ininterrotto, compone Mise en scène, la nuova mostra che Triennale Milano dedica a Ettore Sottsass. Curata da Micaela Sessa insieme a Barbara Radice e Studio Sottsass, con l’art direction di Christoph Radl, l’esposizione sceglie un punto di vista inconsueto: niente oggetti, niente icone, ma la trama quotidiana che ha sorretto la vita e il pensiero del progettista. La mostra apre un nuovo capitolo della ricerca dedicata alla figura di Ettore Sottsass che da diversi anni Triennale porta avanti insieme a Studio Sottsass.

Ettore Sottsass, una vita in immagini: alla Triennale un grande racconto libero senza nostalgia
Foto Delfino Sisto Legnani – DSL studio

«Vorrei che qualche cosa restasse attaccata da qualche parte… Mi piacerebbe fermare qualcosa, anche solo una traccia, un luccichio… di quella polvere d’oro che è la vita». Barbara Radice riporta la spiegazione che Sottsass dava alla sua ossessione di fotografare tutto, dappertutto e qualsiasi ora del giorno e della notte, «con insistenza estenuante (per lui e per gli altri) e spesso incomprensibile».

Ettore Sottsass, una vita in immagini: alla Triennale un grande racconto libero senza nostalgia
Milano, 1977

Per Sessa, il senso di questo materiale sta nella capacità di mostrare un’avventura visiva ampia e contemporanea, attraversata da emozioni rapide, intuizioni, scorci improvvisi. Barbara Radice definisce questo viaggio nelle immagini un racconto vastissimo ma per nulla nostalgico, ma generoso e libero. Le fotografie – scattate nell’arco di trent’anni, a partire dal 1976 – sono appoggiate una accanto all’altra, senza gerarchie né didascalie, quasi a suggerire che non c’è bisogno di parole: lo sguardo attraversa tutto. Ed è proprio così che il visitatore si ritrova dentro una geografia intima fatta di città e isole, case e spostamenti, momenti di lavoro e di riposo, amicizie, attese e frammenti di viaggio.

Ettore Sottsass, una vita in immagini: alla Triennale un grande racconto libero senza nostalgia
Foto Delfino Sisto Legnani – DSL studio

Il risultato è un ritratto in movimento, animato da quella vitalità che Barbara Radice considera più importante di qualsiasi memoria ricostruita. Un’intimità aggraziata, mai celebrativa, che restituisce il modo in cui Sottsass abitava il mondo: con curiosità, leggerezza, e con un’attenzione ostinata per le persone e per le cose. Il percorso si conclude con un’immagine che sembra sciogliere tutto in una sospensione: una nuvola. L’ultima fotografia non chiude il racconto, lo alleggerisce, continuando a far risuonare la presenza di Sottsass.

Ettore Sottsass, una vita in immagini: alla Triennale un grande racconto libero senza nostalgia
Foto Delfino Sisto Legnani – DSL studio
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