I nuovi linguaggi dell’artigianato siciliano, tra design contemporaneo e tradizione

C’è una Sicilia che si rinnova ogni giorno silenziosamente nelle mani di artigiani che trasformano la memoria in progetto, un territorio che innova senza dimenticare le proprie radici e che, attraverso la creatività delle sue imprese, rivendica un’identità forte, autentica, in dialogo con il mondo del design. Si è presentata a Milano Home, tra i padiglioni della fiera che più di ogni altra in Italia intercetta i nuovi linguaggi dell’artigianato. Qui, il saper fare non è solo eredità: è espressione creativa, economia circolare, racconto del territorio. È un modo per abitare il mondo – e il futuro – con cura e bellezza.

La Sicilia si è presentata come laboratorio di idee dove il sapere manuale si intreccia con la sperimentazione: piccole imprese a conduzione familiare, start-up, botteghe storiche e visioni d’autore disegnano insieme il profilo di una regione che, forte della sua identità, si apre con generosità alla contaminazione e al mondo. A unire queste realtà è il legame con la terra e la volontà di valorizzarla. L’artigianato siciliano non è mai solo decorazione: è gesto culturale, è atto poetico, è forma di resistenza. In un tempo che accelera, queste imprese scelgono di rallentare, di fare bene, di fare bello. Di portare avanti una tradizione che non guarda al passato con nostalgia, ma lo usa come leva per generare senso. Ecco allora alcune delle voci che, a Milano Home, hanno raccontato questa Sicilia nuova. Diversissime tra loro, ma unite da un’unica matrice: l’autenticità.

Tra memoria e innovazione

Ceramiche di Santo Stefano è tra le realtà più rappresentative di questo nuovo scenario. Nata a Santo Stefano di Camastra, borgo riconosciuto per la produzione ceramica, l’azienda unisce maestria artigiana e visione contemporanea. Le sue collezioni reinterpretano motivi tradizionali in chiave attuale, proponendo pezzi decorativi e d’uso che raccontano l’anima artistica dell’isola.

Anche Verus Ceramiche, con sede a Caltagirone, lavora per custodire e rilanciare l’antica arte della ceramica. Le sue creazioni si distinguono per la continua ricerca di nuovi linguaggi espressivi con oro zecchino liquido, giochi tra finiture lucide e satinate, lustri contemporanei. La tradizione si fa lusso, e si apre a una clientela internazionale in cerca di unicità.

Lo stesso spirito guida Ninefifty, marchio anch’esso radicato a Caltagirone, che sotto la direzione creativa di Margherita Rui, realizza superfici in pietra lavica maiolicata e terracotta, rigorosamente decorate a mano. Le collaborazioni con designer del calibro di Renzo Piano ed Elisa Ossino parlano di una manifattura che ha saputo farsi sistema, esportando il proprio saper fare ben oltre l’isola.

I nuovi linguaggi dell’artigianato siciliano, tra design contemporaneo e tradizione

Design, upcycling e natura

Sguardi giovani e progetti audaci portano l’artigianato siciliano verso nuove frontiere. È il caso di Junkle, start-up palermitana al femminile che trasforma vele dismesse in capi e accessori moda attraverso l’upcycling. La sostenibilità è il cuore pulsante del progetto: “Ogni pezzo nasce per durare, riducendo sprechi e impatto ambientale. La nostra è una moda consapevole, che parla il linguaggio del design”, raccontano le fondatrici.

Anche Alia Skin Care guarda alla natura e al territorio con una linea di cosmetici biologici e vegani che evocano le suggestioni olfattive dell’isola. Profumi di zagara e gelsomino, la morbidezza delle mandorle e l’energia degli agrumi diventano esperienza sensoriale e rituale di bellezza, in un connubio tra benessere e cultura botanica siciliana.

I nuovi linguaggi dell’artigianato siciliano, tra design contemporaneo e tradizione
Foto Mattia Balsamini

Materia, simboli e identità

L’artigianato diventa narrazione anche con Amori Fragranze, che affonda le sue radici nella leggenda delle Teste di Moro e nell’arte ceramica di Caltagirone. I loro diffusori d’ambiente, modellati al tornio e decorati a mano riempiono gli spazi di atmosfere mediterranee.

Una prospettiva più concettuale la offre MU Creative Space, studio di design con una forte impronta sperimentale. Ibridi tra ceramica e silicone, portaincenso ispirati alle geometrie sacre, diffusori ispirati al Bauhaus: ogni oggetto è frutto di una ricerca su forma, equilibrio e significato simbolico.

A chiudere il racconto, Daniel Mauceri, giovane puparo siracusano selezionato da Homo Faber. Con i suoi pupi in cartapesta – esposti nei musei di tutto il mondo – continua una tradizione familiare che diventa esperienza culturale e laboratorio in cui la cartapesta trova nuove applicazioni, dando vita non solo ai pupi, ma anche a statue sacre e gioielli artigianali.

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