Non pensiamo alla solita passerella di oggetti ben disegnati. A Expo Osaka, il Compasso d’Oro International Award ha trasformato la cerimonia di premiazione in un manifesto del design come forza sociale. Venti progetti premiati e trentacinque menzioni d’onore selezionati dalla giuria internazionale sul tema “Designing Future Society for Our Lives”, diversissimi per tipologia e provenienza, parlano la stessa lingua: quella dell’innovazione capace di migliorare la vita quotidiana, rispettando l’ambiente e le tradizioni.
La forza di questa edizione sta nell’avere tradotto le sfide globali – la salute, la transizione ecologica, l’inclusione – in oggetti e sistemi che parlano una linguaggio comprensibile ovunque, «un linguaggio universale», ha ricordato la presidente della giuria Maite García Sanchis, «capace di superare confini geografici e culturali».
Così accade quando un progetto di data visualization, firmato da Giorgia Lupi (1,374 Days – My life with long Covid), trasforma numeri e grafici raccolti durante la pandemia in un racconto intimo e condivisibile, capace di dare forma a un’esperienza di malattia che ha riguardato milioni di persone. Oppure quando l’esoscheletro Twin, sviluppato dall’Inail e dall’Istituto Italiano di Tecnologia, restituisce il cammino e la dignità fisica a chi ha subito lesioni spinali: la tecnologia sposa l’empatia.
Non meno importante è l’attenzione all’ambiente. Pirelli è stata premiata per il pneumatico P Zero E, composto per oltre il 55% da materiali riciclati e bio-based, che unisce la coscienza ecologica alle alte prestazioni. Bonotto ha ricevuto il Compasso d’Oro, invece, per i suoi tessuti di lusso realizzati con processi di economia circolare, dimostrando che anche un settore “sensibile” come la moda può reinventarsi senza sacrificare qualità e desiderabilità.

Tradizione e futuro si intrecciano nella lampada Anisette di Vetreria Vistosi, che reinterpreta la soffiatura del vetro di Murano modulando la luce con due campane sovrapposte, e nella seduta Suwari disegnata da Kenya Hara, che traduce la postura seiza giapponese in un sistema di arredo contemporaneo. C’è poi il letto da massaggio “intelligente” Hanare di Masami Takahashi per Masami Design che integra l’intelligenza artificiale in un sistema robotizzato per il benessere fisico, ispirato a una tradizionale millenaria. Tre esempi di come il design sappia custodire memorie culturali rendendole attuali.
Accanto ai vincitori, le 35 menzioni d’onore segnalano traiettorie altrettanto significative: dai quaderni Sociocromie di Cartiere Paolo Pigna, che usano il colore come chiave per leggere i fenomeni sociali, all’app IO dei servizi pubblici italiani, premiata per l’impatto sociale e l’accessibilità. Qui il design non si limita a disegnare forme, ma struttura relazioni tra cittadini e istituzioni. Ci sono poi i progetti che uniscono narrazione ed emozione, come la collezione Signals di Edward Barber e Jay Osgerby con Venini e Galerie Kreo, che esplora il vetro come linguaggio espressivo contemporaneo. Da segnalare anche Architectural di Poliform – un sistema costituito da aperture, boiserie e pannelli interparete con cui mettere a punto progetti di interior completi, nell’ottica di un’architettura totale – e gli occhiali acustici Nuance Audio di EssilorLuxottica (disegnati dal team composto da Matteo Battiston, Michele Tenca, Sarah Richiuso, Omer Kotzer, Lior Rokah): grazie a microfoni direzionali e altoparlanti integrati nelle aste, il dispositivo unisce correzione visiva e supporto uditivo in un unico accessorio dal design discreto.

Il filo rosso che lega premi e menzioni è la capacità di tradurre bisogni complessi in soluzioni tangibili: che si tratti di ridurre l’elettrosmog con i tessuti di Caimi Brevetti, o di concepire dispositivi medicali come Mom’s Hug di Shenzhen Jamr / Hanson Dong, un monitor fetale portatile che amplia l’accesso alla cura, ogni progetto è testimonianza di un design che non si accontenta di innovare la forma, ma ripensa il senso stesso degli oggetti nella società contemporanea.
Dal 1954, anno della sua fondazione da parte di Gio Ponti, il Compasso d’Oro ha raccontato l’identità del design italiano. A Osaka, nella sua veste più internazionale, ha messo in scena un altro volto: quello di un design che appartiene a tutti, che costruisce ponti tra discipline, culture e generazioni. I progetti premiati resteranno in mostra al Padiglione Italia fino al 13 ottobre e approderanno poi all’ADI Design Museum di Milano, dal 9 dicembre al 6 gennaio 2026. Un doppio appuntamento che non celebra solo i vincitori, ma indica la direzione di un’intera disciplina: il design come infrastruttura invisibile delle nostre vite, capace di salvare, potenziare e connettere, oggi più che mai.

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