C’è nostalgia di futuro nell’aria, o meglio di un sogno di futuro a misura d’uomo che ci aiuti a esorcizzare le nostre paure. Lo abbiamo riscontrato in passerella, da Prada a Rick Owens, passando per Schiaparelli, Louis Vuitton e Marni. Lo abbiamo visto sul grande schermo con l’uscita del film Mickey 17 di Bong Joon Ho e lo aspettiamo sul piccolo schermo con la serie Alien di Noah Hawley. A modo suo anche il settore del design lancia dei segnali.
A partire dalla mostra al Vitra Schaudepot in Germania intitolata Science Fiction Design: dall’era spaziale al metaverso, che fino al 10 maggio 2026 presenta oltre 100 oggetti della collezione del museo in un’esposizione futuristica del visual artist e designer Andrés Reisinger. Un percorso dall’inizio del ventesimo secolo, per arrivare alla Space Age degli anni Sessanta e Settanta, fino ai recenti oggetti di design ideati esclusivamente per i mondi virtuali del Metaverso.
Allineato a questa nostalgia retrofuturistica è anche il volume appena uscito per i tipi della casa editrice teNeues intitolato Space Age Design: Icons of the Movement. A scriverlo è Peter Martin, giornalista, autore e fine intenditore della materia, che in 256 pagine e con 180 immagini emozionanti, racconta un’epoca leggendaria, talmente significativa da influenzare non solo l’estetica del suo tempo, ma anche dei decenni successivi.
Come scrive l’autore nell’introduzione, la corsa allo spazio era diventata spinta e motore di ottimismo collettivo: «Verso la fine degli anni Cinquanta, il futuro era un luogo di sogni. Le auto avevano pinne posteriori simili a razzi, gli aeroporti erano modellati su astronavi. Il futurismo influenzava l’arredamento. Era un’epoca di ottimismo, persino di utopismo, e riecheggiava in tutta la cultura occidentale, dalla moda alla musica, dal design all’arte».

Studi all’avanguardia su plastica, fibra di vetro e compensato, sviluppati durante gli anni della guerra, iniziarono a trovare la loro strada nei laboratori di una nuova generazione di designer. Prodotti rivoluzionari sedussero i consumatori facendo leva sulle fantasie di una nuova era di viaggi spaziali. Questo lo sfondo in cui si sviluppò lo Space Age Design, che vide nascere pezzi diventati di culto: la geometria rivoluzionaria e seminale della sedia Tulip di Eero Saarinen (prodotta dal 1958 da Knoll), sospesa quasi senza peso su un piedistallo; l’iconica sedia sferica Ball Chair progettata da Eero Aarnio nel 1963 e presentata al Salone Internazionale del Mobile di Colonia nel 1966; il design metallico della sedia Platner su progetto di Werner Platner nel 1966 e prodotta da Knoll.

Il volume mostra tutto il fascino di un’epoca magica, piena di ottimismo e di un’energia che sembrano molto distanti dal nostro presente, dove Metaverso, IA e astronavi su Marte appaiono spesso più minacciosi.
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