«Ci credi che non ho fatto le vacanze di Natale?». Philippe Starck dice di non fermarsi mai, neanche durante le feste comandate. Il designer francese è anche uomo dei record con all’attivo circa 10 mila progetti, inclusi i primi moduli abitativi del programma spaziale Axiom e un centro di addestramento per astronauti negli States che verrà avviato nei prossimi anni. Tornando con i piedi per terra, la sua ultima creatura è il Brach Madrid, hotel della catena Evok Collection aperto sulla Gran Via, arteria principale ed epicentro della movida madrilena.
Tra i maestosi palazzi in stile plateresco, Art Déco, neomudéjar e haussmanniano, il Brach spicca con la sua elegante facciata in pietra bianca punteggiata da alte finestre ornate da balconi, ma il vero spettacolo va in scena all’interno.
Quando incontriamo Starck pochi giorni prima dell’apertura, ci spiega che questa volta ha voluto stare un passo indietro e non imporre la sua firma, lavorando dietro le quinte come una sorta di sceneggiatore alle prese con la stesura di un racconto. «In questo periodo storico tutto sembra ben fatto, il design è ovunque e, buono o cattivo che sia, appare accettabile», afferma.
«Ma per trovare un nuovo modo di fare hotel serve qualcosa di più: raccontare storie, puntare sull’autenticità. Solo così il viaggiatore si sente sempre a casa. Entrare al Brach Madrid è come accedere a un luogo abitato, pieno di oggetti, ricordi e affetti. Un luogo emozionale che cattura lo spirito della Spagna attraverso la sua arte e la sua poesia, una forma di ‘felice nostalgia’ che non guarda mai al passato».
Abile storyteller, per le camere (57, di cui tre suite) e gli spazi pubblici Starck ha immaginato due storie parallele: «Nelle stanze seguiamo l’avventura di uno scrittore e di una ballerina di flamenco, una coppia separata dal regime franchista. All’interno delle librerie, di lui ritroviamo i vecchi guantoni da boxe, di lei le nacchere e una chitarra e poi foto sbiadite dal tempo. Attorno al letto, la mappa del loro viaggio di nozze, un diario che immortala i momenti più belli tra gli splendori della Spagna».

Ogni elemento offre un indizio biografico e compone una Wunderkammer che si completa alla perfezione con divani dai bordi sfrangiati, testiere di cuoio trapuntate, tavoli e mobili bar in legno e marmo sui quali sono sparse decine di ceramiche artigianali scelte con cura da Starck e dal suo team nel corso degli ultimi tre anni.
Nel ristorante, invece, l’idea era di ricreare l’atmosfera dei caffè degli Anni 20 e 30, ritrovo della Madrid intellettuale e artistica.
«È qui che clienti illustri e artisti squattrinati si sarebbero frequentati. Pittori e poeti, spesso senza un soldo, lasciavano un’opera d’arte o uno scritto in cambio di un bicchiere di vino e di un buon pasto», ricorda il designer che, tra poltrone in pelle, pareti di ceramica smaltata, tende pesanti e doppi paralumi per smorzare la luce, invita ad alzare lo sguardo: «Lungo la mensola che incornicia il soffitto trovate una raccolta di libri e dipinti accuratamente selezionati, reperiti uno ad uno alle aste. Molti sono opere di pittori anonimi di grande talento. Seguendo lo stesso principio, l’isola centrale riunisce una collezione di oggetti curiosi, come se fossero stati lasciati lì dai visitatori di passaggio. In un hotel del genere non ci si può annoiare: tutti gli spazi vi ‘parlano’ costantemente, rendendovi partecipi di una storia. Ad alcuni piacerà. Altri si chiederanno che senso ha tutto questo, ma in ogni caso non resteranno indifferenti. Io scompaio completamente dietro al racconto, sono solo il narratore».
Non è solo questione di storytelling. Il tema della sostenibilità per Starck è imprescindibile: «Se crei un hotel di tendenza, durerà pochi anni e in poco tempo tutti i materiali e l’energia che lo hanno prodotto saranno gettati via», dice. «La mia ambizione è creare qualcosa che duri più tempo possibile. Il concetto di durata oggi è fondamentale per l’ecologia».
dove: Brach Madrid, Gran Via 20, Madrid, tel. +34/915463639
brachmadrid.com
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