Negli ultimi 50 anni solo i padiglioni dell’Australia e della Repubblica di Corea si sono aggiunti a quelli già presenti negli storici Giardini della Biennale, aperti per la prima volta al pubblico nel 1895. Ora ai 30 paesi rappresentati nella sede della mostra veneziana, si aggiungerà anche il Qatar, con un nuovo edificio progettato di Lina Ghotmeh.
«La Biennale di Venezia è il più prestigioso evento al mondo nel campo dell’arte e dell’architettura, e i Giardini rappresentano il paesaggio storico in cui straordinari padiglioni si ergono come ambasciatori delle loro nazioni. Il Qatar è orgoglioso di entrare a far parte di questo gruppo internazionale, consolidando il proprio ruolo di leader globale nella diplomazia culturale e offrendo una piattaforma senza precedenti ai talenti creativi del nostro Paese, così come a quelli di Medio Oriente, Nord Africa e Asia meridionale», ha dichiarato Sheikha Al Mayassa bint Hamad bin Khalifa Al Thani, Presidente di Qatar Museums e Commissaria del Padiglione del Qatar.
L’annuncio del Padiglione del Qatar segue la firma, a giugno 2024, di un protocollo di collaborazione tra Qatar Museums e il Comune di Venezia, in base al quale le due parti intendono rafforzare le reciproche relazioni esistenti e migliorare la collaborazione nei settori culturale e socioeconomico tra Qatar, Venezia e la Repubblica italiana.
Il Qatar partecipa per la prima volta ufficialmente alla Biennale con due progetti. Nel luogo dove sorgerà il nuovo padiglione, accanto all’iconico Padiglione Stirling, una struttura temporanea in bambù ospita l’installazione Community Centre, dell’architetta pakistana Yasmeen Lari, che esplora – in linea con il tema della Biennale – il modo in cui l’ospitalità e le tradizioni di accoglienza sono incorporate nell’architettura contemporanea e nei paesaggi del Medio Oriente, Nord Africa e Asia meridionale (MENASA).
Il Community Centre – che include una veranda perimetrale e una struttura a cupola sormontata da un tetto impermeabile di fronde di palma – mette in evidenzia l’adattabilità del bambù ed è costruito utilizzando tecniche che sono state impiegate dall’architetta Lari nell’ambito delle iniziative di soccorso promosse dalla Heritage Foundation of Pakistan, organizzazione che ha co-fondato nel 1980 e realizza luoghi di rifugio e villaggi per coloro che sono stati colpiti da un devastante terremoto e da ripetute inondazioni in Pakistan.
Contemporaneamente, ACP-Palazzo Franchetti presenterà le opere di oltre 30 architetti e designer della regione MENASA, come Raj Rewal (India), Nayyar Ali Dada (Pakistan), Abdel Wahed el Wakil (Egitto), Minnette de Silva (Sri Lanka), Marina Tabassum e Nabil Haque (Bangladesh), Sameep Padora e Vastu Shilpa (India), Daaz Studio (Iran), Abeer Seikaly (Giordania), Sumaya Dabbagh (UAE), Liz Diller (USA), Meriem Shabani (Iran), e New South Studio (Francia). Attraverso disegni, fotografie, modelli e documenti d’archivio, la mostra Beyti Beytak esplora temi legati alla rivisitazione di oasi, alloggi urbani, musei, giardini e centri comunitari.

Una sezione si concentrerà anche sull’architettura e sull’urbanistica di Doha, includendo numerose porte della città vecchia restaurate con il supporto dell’Aga Khan Trust for Culture. La mostra è realizzata su commissione di Sua Eccellenza Sheikha Al Mayassa e di Qatar Museums e organizzata dal futuro Art Mill Museum. È curata da Aurélien Lemonier, Curatore del settore Architettura dell’Art Mill Museum, e da Sean Anderson, Professore associato presso la Cornell University, con la collaborazione di Virgile Alexandre.
Quando: dal 10 maggio al 23 novembre 2025
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