In Norvegia ha aperto il primo museo firmato da India Mahdavi

Foto Valérie Sadoun

Inquadriamo il contesto. Trondheim, città costiera della Norvegia, affacciata sull’omonimo fiordo. Popolazione: poco più di 212mila abitanti. Temperature tutto sommato miti – si va da -5 a +20 –, con una media di 1.250 ore di sole all’anno.

Riconosciuta come una delle capitali europee dell’innovazione, vanta tre ristoranti nella guida Michelin e il titolo di ‘patria dei sapori nordici’. Tra le attrattive, qualche gioiello gotico, un quartiere dipinto in tonalità pastello e l’unico skilift per bici al mondo.

Da settembre a marzo, quando il cielo si fa buio, è una delle destinazioni preferite dai turisti per vedere l’aurora boreale. Tuttavia, chi penserebbe mai di andarci per un viaggio culturale? Monica e Ole Robert Reitan scommettono che, da oggi in poi, potrebbero essere in molti.

Il motivo è PoMo, il loro nuovo museo di arte moderna e contemporanea. Marito e moglie, lui a capo della più importante società di retail dei Paesi nordici, originari di Trondheim, qualche anno fa acquistano il vecchio ufficio postale al numero 10 di Dronningens Gate, proprio davanti all’hotel Britannia, con l’idea di rendere accessibili al pubblico le opere della loro collezione d’arte.

La scelta del posto non è casuale: l’edificio un tempo collegava la città al mondo tramite lettere e telegrammi. Ora, si augurano, porterà il mondo in città. Se ambizione dev’essere, che almeno sia grande. Cinque piani, per un totale di 4mila metri quadri.

A ristrutturare gli spazi Art Nouveau, la designer-architetta India Mahdavi, al suo primo progetto museale – in collaborazione con il collega norvegese Erik Langdalen –, che firma un’opera molto distante dai ricorrenti modelli in cemento e vetro della Scandinavia.

«Il termine norvegese hygge (misto tra comodo, accogliente e familiare, ndr) ben traduce il concetto di comfort emotivo di questo museo di famiglia», racconta Mahdavi.

«La relazione degli ambienti nell’intero edificio è stata orchestrata attraverso il prisma dell’ospitalità. Diverso da un ristorante, diverso da un hotel, completa sia le esperienze di condivisione sia di intimità e crea un senso di permeabilità in cui i visitatori possono sentirsi benvenuti».

In Norvegia ha aperto il primo museo firmato da India Mahdavi
Foto Valérie Sadoun

Welcome. Qui si entra con il sorriso sulle labbra. È la porta d’ingresso – in vetro e metallo rosa – a scaldare subito il cuore, e con lei gli altri spazi intermedi: «Frammenti colorati e vivaci, che sottolineano simbolicamente il passaggio di consegne da una funzione all’altra, da post office a museo», aggiunge la designer francese.

«Offrono un’altra forma di stimolo visivo, oltre alle sale espositive, guidando il flusso e la circolazione». Vediamoli: il book shop in legno di frassino rosa, in omaggio alle sfumature del più famoso salmone norvegese, la scala d’acciaio color mandarino, stessa tonalità dei magazzini di stoccaggio sul vicino fiume Nidelva.

La sala di lettura al terzo piano, decorata dagli artisti Gijs Frieling e Job Wouters, con l’idea di rinnovare, in versione pop, l’arte folcloristica del Rosemaling – letteralmente ‘pittura a rose’ –, tanto di moda in Norvegia tra l’inizio del 700 e la fine dell’800, quando con il motivo dei fiori e delle foglie si dipingevano oggetti, mobili e a volte intere stanze.

«Si tratta di ricollegare la comunità locale con il centro della città, la sua storia, e le tradizioni artigianali, offrendo allo stesso tempo un’esperienza nuova al pubblico internazionale dell’arte», continua Mahdavi.

«PoMo è un luogo per tutti, un invito all’inclusione». E non solo dal punto di vista del design. Il 60% della sua collezione permanente sarà destinato alle artiste donne – da Louise Bourgeois a Katharina Fritsch –, contro una media nazionale dell’11%.

I coniugi Reitan, del resto, hanno certi valori e ci tengono a portarli avanti: uguaglianza di genere, diversità, originalità, internazionalità. Sul tetto c’è un’opera-arcobaleno di Ugo Rondinone che parla molto chiaramente, anche se per vederla bisogna arrivare proprio sotto. New normal, la nuova normalità abita qui.

Dove: Dronningens gate 10, 7011 Trondheim, Norvegia
PoMo

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