India Mahdavi: «L’ambiente in cui vivi o lavori deve portare felicità»

Foto © Thierry Depagne

L’architetta, designer e scenografa francese India Mahdavi è stata tra i nomi di punta dell’ultima Design Week di Parigi, città nella quale vive e lavora. L’abbiamo intervistata in occasione della presentazione dei suoi ultimi progetti, dai paraventi realizzati con The Crafties alla capsule di oggetti immaginata con il designer emergente Stéven Coëffic.

Tra i suoi ultimi lavori nel campo della decorazione d’interni, basti citare il recente intervento sul mitologico hotel Monte-Carlo Beach o sulle camere di Villa Medici – Accademia di Francia a Roma riattualizzate con sontuose trame e geometrie o, su scala più larga, il PoMo, museo di arte contemporanea a Trondheim in Norvegia che ha letteralmente dipinto con grandiose pennellate di colore.

A lei che è sempre un passo avanti, abbiamo chiesto di darci la sua visione sulle tendenze del momento. «C’è tanto metallo ma anche materiali caldi e arredi dalle linee avvolgenti. In questo momento quello che desideriamo è sentirci abbracciati, accolti», dice confidando che nei suoi progetto quello che cerca è sempre creare un’emozione, un’esperienza.

India Mahdavi: «L’ambiente in cui vivi o lavori deve portare felicità»
Foto © Alice Rosati

Cosa ha presentato a Parigi durante la Design Week?

Collaboro da cinque anni con il duo The Crafties, Jeanne Martin-Taton & Marie-Marie Vergne, che ho conosciuto a Villa Noailles. Colorato e felice, il loro lavoro rappresenta l’immaginario che abbiamo del Sud della Francia. Dalla loro collezione patchwork di tessuti è nato un set di tre paraventi, pezzi unici molto decorativi che ho presentato nella mia galleria Tiny Room.

Con Pin–Up Home ho creato recentemente una collezione di porta candele in resina. Poi c’è la collaborazione India Mahdavi x Stéven Coëffic: ai suoi lavori in ceramica ho applicato i miei colori.

Anche Coëffic è un nome uscito dal festival Design Parade a Villa Noailles, dove ha vinto la menzione speciale della giuria nel 2022 per i suoi pezzi in ceramica.

Si, scopro sempre un sacco di nuovi talenti alle Design Parade a Toulon e Hyères. Dopo l’ottima vetrina di lancio in Costa Azzurra, offro la mia piccola galleria a Parigi come passo successivo. Era già successo con Carlès & Demarquet e la loro collezione di arredi in legno Ondes.

Ci sono delle tendenze che in questo momento hanno catturato la sua attenzione?

Attualmente noto un grande ritorno dell’acciaio inossidabile ma allo stesso tempo vedo molti materiali naturali e sedute dalle forme morbide e accoglienti. In linea più generale, credo fermamente nell’allegria, che considero una cosa seria, soprattutto in questo periodo di incertezza e malinconia nel mondo. Quindi l’ambiente in cui vivi o lavori deve portare felicità, e questo può essere ottenuto in forma minima anche semplicemente con l’uso di un colore.

India Mahdavi: «L’ambiente in cui vivi o lavori deve portare felicità»
Foto © Valerie Sadoun

Parlando di colori, per l’uso dei quali lei è celebre, ci dà qualche consiglio?

Uso il colore in un modo molto istintivo, in collegamento e in risposta al luogo che devo creare. In questo periodo sono attratta dai pattern, che diventano ornamento e permettono di ridefinire gli spazi creando identità. Anche la carta da parati o un semplice tessuto possono fare la differenza.

Cosa non può mancare in un ambiente?

L’energia che percepisci, quando stai bene in un luogo e non vorresti andartene via. Nel mio caso succede quando mi sento abbracciata e allo stesso tempo sorpresa. Ricerco il comfort visivo, emozionale e corporale.

Data la varietà dei suoi progetti, le interessa di più agire sullo spazio o sulla sua atmosfera?

Mi interessa l’emozione, che posso ricreare e trasmettere a chi occuperà gli spazi. Impiego tutto quello che serve ed è a mia disposizione per realizzarla, che sia un decoro, la luce o altro. Disegno spazi per gli altri e quel che provo a fare è creare un momento per la gente, per generare nuovi ricordi o godersi la vita. Il mio obiettivo è far sì che chi entra nella stanza possa sentirsi in qualche modo speciale.

India Mahdavi: «L’ambiente in cui vivi o lavori deve portare felicità»
Foto © Daniele Molajoli

Come ci riesce?

Aggiungendo un elemento inaspettato, una piccola sorpresa, senza ripetermi troppo ma lavorando in modo specifico sul luogo. Cerco di creare una composizione nell’insieme dello spazio, un ritmo come quello che deve avere una storia quando scrivi un libro.

A cosa sta lavorando?

Sto seguendo dei progetti residenziali sparsi per l’America, nel sud della Francia e sulle Alpi. Ne ho uno anche sulla costa del Qatar: un villaggio di pescatori in rovina che sarà trasformato in un qualcosa di innovativo che ha a che fare con il cibo. Ho disegnato il concept per uno dei prossimi pop-up restaurant di We Are Ona durante Art Basel Paris, la settimana dell’arte in programma a fine ottobre. Si chiama Rose, c’est la vie: un unico tessuto trasformerà un’ex officina ispirato alla Rose d’Ispahan. Ovviamente, ci saranno le nuove installazioni come da programma nei miei spazi che sono il mio personale ecosistema.

India Mahdavi: «L’ambiente in cui vivi o lavori deve portare felicità»
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