Inequalities, la 24ª Esposizione Internazionale di Triennale Milano

471 Days, un’installazione di Filippo Teoldi con Midori Hasuike. In fondo, l’opera site-specific Clay Corpus di Theaster Gates. Foto ©Alessandro Saletta e Agnese Bedini – DSL Studio

Con Inequalities, la 24ª Esposizione Internazionale di Triennale Milano che apre al pubblico dal 13 maggio fino al 9 novembre, si chiude un ciclo, o meglio, una trilogia dedicata alle grandi questioni della contemporaneità iniziata nel 2019 con Broken Nature, la mostra curata dalla Senior Curator del MoMA Paola Antonelli sulla crisi ambientale e la sostenibilità, e proseguita nel 2022 con Unknown Unknowns, esposizione curata dall’astrofisica Ersilia Vaudo sui confini dell’ignoto. La formula quest’anno cambia: sono 28 i curatori e le curatrici delle 8 mostre e dei 10 progetti speciali esposti al Palazzo dell’Arte di Milano, che a loro volta hanno coinvolto circa 350 autori e autrici provenienti da 73 paesi del mondo, insieme a cinque atenei milanesi (Università degli Studi di Milano-Bicocca, Università Bocconi, Università Cattolica del Sacro Cuore, Politecnico di Milano e Università degli Studi di Milano).

«Ancora una volta l’Esposizione Internazionale si attesta come il termometro delle questioni più importanti legate alla società», dice la Direttrice Generale di Triennale Carla Morogallo, «oggi come settant’anni fa, con la ricostruzione del Dopoguerra e il QT8. Inequalities è frutto di un’intelligenza collettiva, portavoce di un approccio corale e di una vocazione rigenerativa». La riflessione si sposta, infatti, in quest’edizione, sulla dimensione umana e affronta un tema di grande urgenza sociale e politica come quello delle diseguaglianze che caratterizzano le città e il mondo odierno.

Perché Inequalities?

«Da oggi, per sei mesi, parleremo di diseguaglianze. Lo faremo parlando di città e spazi, ma anche di corpi e di vite», spiega il presidente di Triennale Stefano Boeri. «Tratteremo l’argomento includendo diversi ambiti dell’esistenza: da quello economico a quello etnico, dalla provenienza geografica al genere. Lo faremo grazie a una serie di esposizioni che mostreranno come ricchezze immense siano oggi nelle mani di un minuto pugno di individui. E di come oggi nascere poveri sia una condizione irreversibile per milioni e milioni di abitanti del pianeta. Lo faremo raccontando di come le diseguaglianze – quelle con cui nasciamo e quelle che incontriamo o addirittura creiamo nel corso del tempo, le cosiddette ‘diseguaglianze artificiali’ – agiscano sulle aspettative di vita e di salute di ciascuno di noi».

«Parleremo dei ghetti e delle guerre, massima espressione di diseguaglianze così rigide, così profondamente ingiuste, da trasformarsi in crudeli dispositivi di morte. Ma nella mostra che visiterete incontrerete anche buone idee, le politiche attente, i progetti virtuosi che sanno trasformare le diseguaglianze in un fertile scambio di valori. Con Inequalities, Triennale Milano non pretende dunque di esaurire un tema, ma piuttosto, come ha sempre fatto, di suggerire delle riflessioni e di proporre alcune soluzioni». 

Inequalities, la 24ª Esposizione Internazionale di Triennale Milano
Una vista della mostra Cities curata da Nina Bassoli. Foto ©Alessandro Saletta e Agnese Bedini – DSL Studio

Diseguaglianze Geopolitiche e Biopolitiche

Le dimensioni della 24ª Esposizione, inutile dirlo, sono davvero impressionanti. Per orientarsi meglio nei 7.500 mq di percorso espositivo – allestito dagli studi Abnormal, Gisto, Grace, Midori Hasuike, Orizzontale, Sopa Design Studio – e affrontare un tema di tale complessità dando il giusto peso alle voci di tutti i creativi coinvolti, la mostra è stata divisa in 2 macro aree: il piano terra ospita le riflessioni sulla geopolitica delle diseguaglianze, ossia tutti quei progetti che vertono a identificare i nuovi concetti di ricchezza e povertà nella scala urbana; il primo piano è, invece, dedicato alle implicazioni biopolitiche delle diseguaglianze sociali, economiche e di genere, e in particolare alle abitudini, stili e aspettative di vita.

«Punto di incontro tra le due dimensioni», dice Boeri, «è la mostra Forme di disuguaglianze curata dalla information designer Federica Fragapane, che, trasformando i dati in disegni, restituisce in una forma visiva assolutamente originale le informazioni circa il rapporto tra ricchezza e povertà, l’asimmetria tra chi emette e chi ne subisce le conseguenze, la povertà urbana, le grandi migrazioni e la mobilità sociale, le differenze di genere e di accesso alle risorse, la diversità di aspettative di vita nel mondo, l’impatto dell’uomo sul pianeta e la biodiversità dei nostri corpi». Distribuite tra i due piani del Palazzo dell’Arte e il giardino, ci sono poi le 20 partecipazioni internazionali chiamate a raccolta dal Bureau International des Expositions: Angola, Arabia Saudita, Australia, Austria, Cile, Cina, Cuba, Guinea Bissau, Libano, Nazione Rom & Sinti, Partecipazione Transfrontaliera del Polo Nord, Perù, Polonia, Porto Rico,  Qatar, Repubblica Ceca, Repubblica d’Armenia, Togo, Ucraina, Nazioni Unite. 

Inequalities, la 24ª Esposizione Internazionale di Triennale Milano
La partecipazione nazionale del Libano, Bee Award 2025, con il progetto E dal mio cuore soffio baci al mare e alle case. Foto ©Alessandro Saletta e Agnese Bedini – DSL Studio

Le mostre e i progetti speciali da non perdere

«Le città del mondo sono il luogo dove gli sforzi per la riduzione del surriscaldamento globale e per il superamento delle disuguaglianze si intrecciano. Sono il luogo dove la sfida dei prossimi decenni verrà vinta o persa», afferma il presidente Boeri. Giusto, quindi, partire da qui con la mostra Cities, a cura di Nina Bassoli, curatrice per architettura, rigenerazione urbana e città in Triennale, che traccia una geografia immaginaria, un atlante che raccoglie luoghi, temi e progetti da ogni parte del mondo, interrogandosi sulla nuova dialettica tra ricchezza e povertà, società e comunità, ecologie e città, e sulle forme con cui queste tensioni si esprimono oggi nei contesti urbani. 

Al termine di questa, potete osservare le mappe raccolte da Maurizio Molinari nella mostra Atlante del mondo che cambia: la geografia torna protagonista, offrendo chiavi di lettura sui conflitti, le disuguaglianze, le migrazioni, le questioni di genere e le sfide climatiche.

Inequalities, la 24ª Esposizione Internazionale di Triennale Milano
Atlante del mondo che cambia di Maurizio Molinari. Foto ©Alessandro Saletta e Agnese Bedini – DSL Studio

Non poteva mancare un focus su Milano. Nel centro ricerche Cuore è allestita Milano – Paradossi e opportunità un progetto di Seble Woldeghiorghis a cura di Damiano Gullì e Jermay Michael Gabriel. La mostra esplora le contraddizioni che segnano il capoluogo lombardo, sempre più frammentato da crescenti disuguaglianze economiche e sociali. Sei grandi paradossi urbani, individuati dal SI Lab della Bocconi, sono interpretati da altrettanti artisti selezionati con Black History Months Milano. 

Grande spazio è dato a Verso un futuro più equo con i progetti della Norman Foster Foundation, impegnata a contrastare le disuguaglianze sociali e ambientali attraverso il design e l’educazione. In collaborazione con università e industrie, la Fondazione propone soluzioni innovative per città sostenibili, da soluzioni dignitose per rifugiati alla rigenerazione di territori colpiti dalla guerra, fino a modelli di edilizia economica e sostenibile e produzione di energia pulita, come Essential Homes Research Project, il prototipo di abitazione d’emergenza portato alla Biennale di Architettura del 2023.

Sullo scalone centrale tra i due piani va invece in scena 471 Days, un’installazione di Filippo Teoldi con Midori Hasuike che racconta, i 471 giorni di guerra tra Gaza e Israele, dal 7 ottobre 2023 al cessate il fuoco del 19 gennaio 2025. Colonne di tessuto calano dal soffitto, una per ogni giorno di conflitto, con lunghezze proporzionali alle vittime registrate: circa 48.500 in totale, in gran parte palestinesi. Sulle scale, didascalie e dati aiutano a leggere il dramma umano dietro i numeri, mentre immagini satellitari dei luoghi distrutti e storie personali raccolte online restituiscono la memoria delle vite perdute. 

Inequalities, la 24ª Esposizione Internazionale di Triennale Milano
L’installazione SPIKA all’interno della mostra We the Bacteria. Foto ©Alessandro Saletta e Agnese Bedini – DSL Studio

Al primo piano troviamo due delle mostre più interessanti: la prima è We the Bacteria: appunti per un’architettura biotica a cura di Beatriz Colomina e Mark Wigley, un invito a immaginare un’architettura capace di convivere con il mondo microbico, per un futuro più sano e sostenibile. Dalla storia millenaria dei microbi fino alle ultime ricerche scientifiche, il percorso si snoda tra scoperte sorprendenti e visioni future, culminando in 9 installazioni sperimentali realizzate da nove team internazionali in collaborazione con microbiologi. Tra queste, il film The Corner Problem di Diller Scofidio + Renfro in collaborazione con Frank Willens e diretto da Elizabeth Diller che indaga la sfida, tanto pratica quanto simbolica, legata agli angoli retti negli spazi architettonici. L’opera riflette sull’impossibilità di un controllo assoluto dell’ambiente costruito e sull’eterna, inutile battaglia contro lo sporco, che riprende il suo spazio non appena viene rimosso.

L’altra è La Repubblica della Longevità. In Health Equality We Trust, mostra a cura di Marco Sammicheli e Nic Palmarini (con allestimento di Sopa Design) che propone un nuovo modello di società della longevità, superando la medicalizzazione e le disuguaglianze nell’accesso a un invecchiamento sano. Cinque simbolici Ministeri – dello Scopo, del Sonno, della Democrazia Alimentare, della Libertà Fisica e dello Stare Insieme – mostrano come semplici abitudini quotidiane, spesso condizionate da fattori sociali, possano diventare strumenti concreti per promuovere salute e uguaglianza. Un archivio interattivo di pratiche condivise completa il percorso, trasformando il percorso espositivo in un manifesto per una longevità più inclusiva e accessibile.

Inequalities, la 24ª Esposizione Internazionale di Triennale Milano
Una sezione della mostra La Repubblica della Longevità. In Health Equality We Trust, a cura di Marco Sammicheli e Nic Palmarini. Foto ©Alessandro Saletta e Agnese Bedini – DSL Studio

Inequalities
dove: Triennale Milano, v.le Alemagna 6, Milano
quando: 13 maggio – 9 novembre 2025

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