Una casa essenziale e sofisticata
Ha un’immagine eterea, rarefatta, quasi sospesa nell’incessante scorrere del tempo questo appartamento haussmanniano immerso nel cuore del Village d’Auteuil nel XVI arrondissement di Parigi, completamente ridisegnato da Francesco Balzano. Il designer, con trascorsi lavorativi da Joseph Dirand e, dal 2020, titolare dello studio di interni After Bach, lo ha eletto come abitazione e luogo dove lavorare, e presentare così ambientate le collezioni dei suoi arredi. Un luogo suggestivo anche grazie alla posizione, a due passi dal quartiere esclusivo di Villa Montmorency e dalla Fondation Le Corbusier.

L’appartamento di 75 mq è descritto come il connubio tra elementi d’epoca in un sofisticato giardino parigino morbido e prezioso. Il tutto con dettagli di alto artigianato in cui emergono retaggi della cultura sia italiana che francese, doppia identità del padrone di casa. Il designer dimostra un debole per la decorazione d’altri tempi: «La mia stanza preferita è il soggiorno dove amo ricevere. Il camino in pietra traslucida (su disegno) e il médaillon di gesso sul soffitto donano una visione dal tono quasi femminile». Un ambiente in cui le varie sfumature pallide di verde sbiadiscono fino ad assumere i toni dell’avorio, abbinandosi alle superfici materiche opache.

Uno scrigno che contiene opere d’arte e arredi, tra i quali pezzi firmati dal designer, come i coffee table in pietra o il tavolo da pranzo. «L’arte è un mix tra il figurativo e l’astratto insieme a vecchie cose che amo», commenta l’interior designer a proposito della personalissima collezione disseminata quasi in modo casuale per casa, con alcuni dei pezzi che invadono le nicchie o posizionati sui muri ad altezze insolite; o che, addirittura, sembrano dimenticati per terra sul pavimento. Tra queste individuiamo opere di Mirco Marchelli, Nicolas Lefebvre, Laetitia de Bazelaire, colleghi artisti di Balzano alla galleria parigina Tourrette, che lo rappresenta come fotografo.
«Le ispirazioni molto chiare per questo nuovo progetto sono un ritorno alla natura e il desiderio di porre l’arte al cuore di una vita creativa», afferma Balzano. Il quale ama far dialogare i suoi pezzi con il design danese degli Anni ’50 e con i lavori scultorei di contemporanei che sente affini: Aldo Bakker, Marcin Rusak, Isabelle Sicart e Sattio Studio, tra gli altri.
L’abitazione è pensata per una coppia, con le stanze principali – soggiorno, zona pranzo e la camera da letto – che affacciano a ovest, mentre lo studio-ufficio e la cucina sono sul lato est. La simmetria è dettata dal corridoio centrale d’entrata che rimanda la suggestione di un poetico giardino d’inverno quasi animato dal rivestimento di tessuto di raso.

La cucina è distorta da un gioco di specchi, punteggiata anch’essa dai rivestimenti in onice e di oggetti preziosi e ricercati; l’ufficio sul cortile sul retro è invece arredato con la scrivania su disegno, presente nel catalogo del designer, qui personalizzata col rivestimento in pelle.
A terra, i pavimenti sono rivestiti con una “moquette” in fibra naturale: una stuoia abbinata a seconda al parquet in frassino oppure all’onice verde chiaro. I bagni sono trattati come episodi preziosi che ricercano l’opulenza estetica nello spirito di Versailles seppur nel paradosso di un design minimalista. In particolare quello padronale, decorato con un affresco dipinto con polvere di marmo dall’artista Nicholas Reese. Balzano ha voluto con questo progetto anche rendere omaggio ai sofisticati interni dell’architetto italiano Piero Portaluppi: vi dice niente quel capolavoro (visitabile) che è la villa Necchi Campiglio a Milano?
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