L’archivio di Piero Portaluppi è stato acquisito dal FAI

Foto storica Villa Necchi Campiglio. Archivio Fondazione Piero Portaluppi. Foto Antonio Paoletti

Saranno custoditi ed esposti a Villa Necchi Campiglio i materiali appartenenti all’archivio di Piero Portaluppi. La Fondazione dedicata all’architetto, che dopo oltre 25 anni termina ora la sua attività, ha scelto di conferire il suo intero patrimonio al FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano, a cui aveva già donato nel 2001 la storica dimora di via Mozart 14, nel quartiere di Porta Venezia.

L’abitazione, già da tempo visitabile e considerata il luogo che più ha promosso la conoscenza dell’architetto milanese al largo pubblico, si prepara ad accogliere un corpus composto da migliaia di documenti, disegni, progetti, fotografie d’epoca, appunti e schizzi autografi, ma anche cartoline e video che testimoniano le relazioni di Portaluppi con celebri personaggi, intellettuali, architetti e artisti che hanno fatto la storia del Novecento, da Filippo Tommaso Marinetti a Fortunato Depero, da Marcello Piacentini a Gio Ponti ai BBPR, Inoltre, centinaia di libri e riviste di storia dell’architettura saranno disponibili alla consultazione e allo studio, in accordo e collaborazione con Soprintendenze e Politecnico.

L'archivio di Piero Portaluppi è stato acquisito dal FAI
Piero Portaluppi, 1957. Archivio Fondazione Piero Portaluppi. Foto Farabola

Marco Magnifico, Presidente del FAI, ha dichiarato: «La devoluzione al FAI dell’intero patrimonio della Fondazione Piero Portaluppi, che è stata un’importante protagonista della vita culturale milanese dal 1999 ad oggi nella storica sede di via Morozzo della Rocca, è un grande onore che gli eredi del celebre architetto riservano alla nostra associazione. Ci impegneremo a dare il massimo risalto ad un capitolo importante della storia di Milano, della quale Piero Portaluppi fu un protagonista indiscusso»

LA STORIA (IN BREVE) DI VILLA NECCHI CAMPIGLIO

L'archivio di Piero Portaluppi è stato acquisito dal FAI
Villa Necchi Campiglio. Prospettiva, Piero Portaluppi. Archivio Fondazione Piero Portaluppi

La billa fu costruita tra il 1932 e il 1935 per la famiglia di imprenditori pavesi Necchi-Campiglio. La casa, in stile razionalista, presentava soluzioni all’avanguardia – portineria separata, tunnel di servizio, ascensore – con la prima piscina privata di tutta la città. Gli arredi, in gran parte su misura, furono curati dallo stesso Portaluppi. Esplorando gli interni si scoprono la hall monumentale, uno studio privato e un soggiorno con bovindo al piano terra, mentre al piano superiore si trovano le camere da letto e i bagni, impreziositi da marmi colorati e specchi, oltre a due appartamenti per gli ospiti. Alcuni ambienti furono rivisti con gusto neoclassico da Tomaso Buzzi nel 1938, per assecondare il gusto dei proprietari. L’intero edificio venne donato al FAI dalle sorelle Gigina Necchi Campiglio e Nedda Necchi nel 2001.

L’ESPOSIZIONE PERMANENTE E IL PROGRAMMA CULTURALE

La mostra permanente dei materiali provenienti dall’archivio Portaluppi sarà inaugurata a maggio 2026. Sarà parte integrante del percorso di visita all’architettura e il FAI si è impegnato a realizzare nel tempo anche eventi ed esposizioni tematiche speciali, allo scopo di approfondire la filosofia progettuale e la storia dell’architetto, una delle figure più importanti per la Milano moderna.

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Negozio Stipel in Galleria Vittorio Emanuele (1928). Disegno prospettico, Piero Portaluppi. Archivio Fondazione Piero Portaluppi

Ha sottolineato Letizia Castellini Baldissera, Presidente Fondazione Piero Portaluppi: «In considerazione della storica stima verso il FAI culminata nella collaborazione del ripristino di Villa Necchi abbiamo accolto con entusiasmo la proposta di ospitare in alcuni spazi della villa stessa tutto il materiale appartenente alla FPP. Nel decidere la donazione abbiamo sentito anche il desiderio e la speranza di far conoscere non solo Piero Portaluppi architetto ma anche disegnatore, umorista, enigmista, collezionista di orologi solari, autore di filmati, uomo curioso ed ironico». Gli appassionati di storia dell’architettura devono solo pazientare ancora qualche mese per approfondire, a tutto tondo e con sguardo fresco, il lavoro e la vota di uno dei maestri dell’architettura moderna italiana.

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