L’Asilo Sant’Elia di Terragni riapre per le Giornate FAI

Foto Roberto Morelli

Sabato 22 e domenica 23 marzo tornano le Giornate FAI di Primavera, con l’apertura straordinaria di numerosi beni, tra cui l’Asilo Sant’Elia di Como, progettato da Giuseppe Terragni tra il 1934 e il 1937. Capolavoro di architettura razionalista, candidato alla campagna FAI “I Luoghi del cuore”, l’edificio è rimasto chiuso e in stato di abbandono per anni. Ora si apre finalmente a un nuovo capitolo: sarà visitabile eccezionalmente prima dell’avvio degli ormai prossimi lavori di restauro. Un’opportunità da cogliere al volo per comprendere gli aspetti architettonici che in questo edificio – fra i più celebrati dell’opera di Terragni insieme alla vicina ex Casa del Fascio e alla Villa Bianca di Seveso – raggiungono quello che è stato definito “il loro risultato più libero e poetico”.

Giuseppe Terragni sviluppa il progetto dell’Asilo Sant’Elia a Como in una fase di piena maturazione del suo linguaggio architettonico, totalmente immerso nel lavoro e distante dall’acceso dibattito sullo stile moderno che infiammava le pagine delle riviste dell’epoca.

Nel 1936 torna a gravitare attorno alla sua città – dove ha quasi ultimato la Casa del Fascio e anni prima l’edificio ad appartamenti Novocomum – affrancandosi progressivamente dalla rigidità, formale e ideologica, tipica del razionalismo lecorbusieriano e gropiusiano. L’istituto scolastico è dunque l’opportunità per misurarsi con una riscoperta libertà e approfondire il significato più intrinseco della forma. Torna inoltre il richiamo al Futurismo, tema che si inserisce nella ricerca all’astrazione condotta da Terragni ed evidente sia nell’omaggio all’architetto Antonio Sant’Elia, esponente del movimento caduto in guerra, a cui viene intitolata l’opera, sia nella volontà di integrare in essa un certo dinamismo; quest’ultimo, tuttavia, non si traduce in un’esteriorità meramente scenografica, ma è complice della partitura strutturale. L’articolazione del blocco si fa così espressione di un gesto progettuale che privilegia il movimento e l’elasticità rispetto al formalismo e all’ormai superata figurazione: una felice sintesi tra funzione e poesia compositiva che muove dalla rottura del volume unitario alla costante relazione tra interno ed esterno.

L’asilo da “Sala di custodia dei bimbi”, assurge oggi alla dignità di Casa per una Grande Famiglia. E della casa ha le doti di gioconda accoglienza, di scrupolosa igiene, di serena spiritualità. Le norme costruttive adeguandosi a tali esigenze si risolvono in un’architettura che spalanca le pareti verso il sole, il verde, la luce, la natura.

Giuseppe Terragni

Il progetto, sviluppato su un precedente edificio già adibito ad asilo, si inserisce in un lotto trapezoidale tra via Alciato e via dei Mille, in una zona prossima al nucleo storico di San Rocco. È caratterizzato da un impianto planimetrico aperto a “U”, inscrivibile in un quadrato, con corpi bassi che racchiudono un cortile verde centrale: il volume principale ospita l’ampio atrio, gli spogliatoi e i servizi, mentre le aule e gli spazi per il gioco si affacciano direttamente sul cortile interno dal corpo a sud-est; il fabbricato opposto accoglie la palestra e il refettorio, quest’ultimo più arretrato e collegato al blocco separato della cucina. Il principio compositivo segue una divisione tripartita in fasce, con al “centro” il giardino e il rapporto infanzia-natura.

L’architettura introietta e rielabora le componenti di aria, luce e verde attraverso una serie di movimenti ed erosioni a cui sono sottoposti i volumi e la struttura: una fitta dialettica tra pieni e vuoti, con facciate compatte interrotte da ampie superfici vetrate che garantiscono luminosità e continuità visiva; ma anche intelaiature leggere, scale a passo dolce, tende sospese e pensiline aggettanti che frammentano l’unità formale articolando lo spazio, connettendo i vari corpi e rafforzando la percezione di una tensione orizzontale cui già contribuiscono la generosità degli ambienti e la contenuta altezza dell’edificio. L’attenzione alla dimensione pedagogica si riflette infine nella scelta accurata di materiali, proporzioni e arredi, pensati per rispondere alle esigenze dell’infanzia e favorire un ambiente sano e stimolante. In quest’opera, Giuseppe Terragni supera il Razionalismo accademico per abbracciare una concezione più libera e umana dello spazio, in cui struttura, funzione e natura rispettivamente si intrecciano e si risolvono in un organismo architettonico di straordinaria modernità.

Asilo Sant'Elia, Como
Foto Roberto Morelli

Oltre all’Asilo Sant’Elia, nello stesso fine settimana, sempre per l’iniziativa targata FAI, è prevista anche la riapertura temporanea dell’Asilo Garbagnati a Cermenate (Asnago) di Cesare Cattaneo, altra figura di spicco della seconda generazione del Razionalismo comasco, nonché amico e collaboratore di Giuseppe Terragni e Pietro Lingeri. Per l’occasione, il FAI e il Comune di Como, in collaborazione con l’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Como, propongono un incontro formativo per raccontare il passato e il futuro dei due edifici. “Obiettivo sarà metterne in luce le specificità compositive e costruttive,  il valore culturale nel contesto dell’architettura italiana degli anni Trenta, la gestazione dei progetti e della loro realizzazione, e naturalmente le potenzialità e le problematiche connesse alle ipotesi di riuso per la città contemporanea”. L’evento, con prenotazione obbligatoria, si terrà domenica 23 marzo dalle 17.30  alle 20:00 presso l’ex Casa del Fascio di Como.

dove: Via Andrea Alciato, 15, Como
quando: sabato 22 e domenica 23 marzo 2025 dalle 10:00 alle 17:00  (ultimo ingresso 16:30). Visita senza prenotazione e a contributo libero della durata di 40 minuti.

fondoambiente.it

Living ©RIPRODUZIONE RISERVATA

L’articolo L’Asilo Sant’Elia di Terragni riapre per le Giornate FAI sembra essere il primo su Living.

Deixe um comentário

O seu endereço de e-mail não será publicado. Campos obrigatórios são marcados com *

Rolar para cima