Una manciata di colori decisi e un gregge di pecore. Tanto è bastato al graphic designer Peter Saville per comporre la collezione Technicolor, serie di tessuti da arredo in lana pettinata sviluppata con l’azienda danese Kvadrat. Co-fondatore e direttore artistico della leggendaria etichetta indipendente britannica Factory Records, Saville è una sorta celebrità per intenditori, una categoria a sé della cultura pop non solo inglese. Qui ha impiegato le sue competenze professionali in modo del tutto inedito, libero e senza controllo per creare un mix tattile di tessuti realizzato in stretto dialogo con il team di progettazione di Kvadrat e della sua controllata Wooltex, azienda britannica di produzione.
Il designer inglese è stato catturato dai sei o sette colori che gli agricoltori usano nel processo di marcatura delle pecore, utilizzati in modo non casuale per indicare il gregge, lo stato di salute, le vaccinazioni ecc. Una forma di codice cromatico, che trova similarità col suo lavoro: «Questo progetto incarna quello che mi piace fare realmente a dispetto delle direzioni diverse che la mia professione ha preso. Si è trattato proprio di un puro esercizio di disegno grafico», afferma.

Interessante notare infatti che questi colori non sono in realtà così diversi da quelli utilizzati nella stampa litografica: ciano, magenta, giallo, nero, con aggiunti il verde e l’arancione del “processo esografico”. La scala cromatica della collezione è costituita da cinque tonalità di base decise: arancione, blu, verde, giallo e magenta ai quali Saville ha letteralmente aggiunto le pecore, cioè i colori neutri del vello che fanno da base: lana nera, marrone, gradazioni di beige chiaro e scuro e non tinta. I filati sono mischiati per creare l’effetto melange anche nelle versioni più naturali, con l’aggiunta piccoli accenni di colori vivaci. Ad esempio, quello kaki ha una tocco di verde, quello grigio scuro una punta di giallo.

Proprio un adattamento del Saville grafico: «Ero cosciente di non essere in grado di progettare una collezione di tessuti. Ho espresso e condiviso la mia idea basata sulla semplice osservazione delle pecore nel campo», afferma.
Nonostante le infinite possibilità di combinazioni, la collezione è stata contenuta in una gamma di trenta varianti ottenuta da soli dieci colori di base, ma non si esclude la possibilità di personalizzazioni. «Abbiamo preso uno strumento grafico e lo abbiamo reso tattile, attuando la fusione dei colori come avviene con un computer», dice Stine Find Osther, responsabile del design di Kvadrat, che ha reso reale la collezione dopo una lunga fase di sviluppo.

Progettata e tessuta in Inghilterra con lana britannica di provenienza entro il raggio di 20 km, la collezione Technicolour intreccia cultura, materiali e paesaggi locali. L’industria tessile della lana è nata a Huddersfield, dove Wooltex ha sede dal 1996, durante la Rivoluzione Industriale in posizione ideale grazie alla geografia e al clima umido della regione. Ancora oggi rimane il cuore di questo tipo di produzione nel Regno Unito. Technicolor e il mondo della lana rappresenta quasi un ritorno a casa, un cerchio che si chiude, per Saville cresciuto vicino a Manchester e abituato a passare le vacanze con la famiglia nel Galles del Nord. Fino agli anni più recenti, «quando i miei genitori sono andati in pensione lì e spesso visitavo la fattoria di un mio amico d’infanzia», conclude il designer.
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