C’è chi dice 500, c’è chi dice più di 1000. «Percepiti un milione», dice Nicolas Ballario, ideatore con Maurizio Cattelan della prima manifestazione a colazione della storia di Milano. Come in ogni manifestazione che si rispetti, non sono i numeri la cosa più importante. In ogni caso è stato un successo, soprattutto se si considera l’orario. «Abbiamo fatto di tutto per scoraggiare le persone a venire, la sveglia presto non è da tutti». L’appuntamento, come lo scorso anno, è alle 7.00 del mattino in piazza Duomo.
L’occasione è La Fine Allegra, evento collettivo che dà il via alla settimana dell’arte milanese. «È l’apertura finale della Art Week, o per dirla con Cattelan ‘l’apertura terminale’», commenta Gianfranco Maraniello, direttore del Museo del Novecento che insieme a Living promuove l’evento, nel giorno di uscita del numero di aprile con il Corriere della Sera. Sì, perché oggi funziona tutto al contrario. «Iniziamo la giornata dalla fine» è lo slogan della manifestazione che ha trascinato in piazza Duomo personaggi di ogni genere: l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi, la nuova presidente della Fondazione MAXXI Maria Emanuela Bruni, Roberto Pisoni di Sky, Paride Vitale, Umberta Gnutti Beretta, artisti veri o presunti, curatori, tantissimi studenti e parecchi design addicted, tutti marchiati in diretta da Maurizio Cattelan con il timbro Smile it’s the End.

«Il verosimile è sempre più interessante del vero», dice il giornalista e divulgatore Nicolas Ballario in diretta sul canale Instagram di Living. Del resto, l’idea è nata da un articolo uscito sulle pagine di Living a Novembre 2022. «Da qualche tempo lo incontro ogni mattina in Piazza Duomo, molto presto», scriveva Nicolas in quell’occasione. «La mia è insonnia, la sua invece mi è sempre parsa la naturale appartenenza al club dei grandi capitani d’industria, che non si alzano mai dopo le cinque del mattino: Mary Barra di General Motors, Mark Hurd di Oracle, Tim Cook di Apple, Howard Schultz di Starbucks, Ursula Burns di Xerox, Robert Iger di Disney, Indra Nooyi di Pepsi, Paul Polman di Unilever. Abitiamo entrambi intorno alla piazza – così mi dice – e a quell’ora non ci sono i vigili. Abbiamo preso l’abitudine di prendere in prestito a un bar due sedie per qualche ora. Leggiamo il giornale mentre lui aspetta che apra la Cozzi, la prima piscina interamente coperta d’Italia, dove Maurizio nuota ogni mattina».

E dopo un primo incontro per pochi, un flash mob organizzato in sordina lo scorso anno per dare il via alla Design Week, quest’anno la colazione si è trasformata in una “colafestazione”, con tanto di cartelli: Living or Die, Eternity Now, Pensati Morto, Pensati Risorto, You Never End, All You Need is Living.
Un corteo che da piazza Duomo si è mosso per occupare l’atrio del Museo del Novecento in cerca di caffè e brioche, e poi chiudere con l’arrivo a sorpresa di un gruppo di mariachi che sulle note di Cielito Lindo e La Cucaracha ha fatto cantare il pubblico rimasto davanti alla facciata del Duomo.
Si rifarà? «Sicuramente! Ma dobbiamo esagerarla, l’anno prossimo veniamo con la banda e il coro degli alpini», promettono Cattelan e Ballario.
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