Morto Gianni Berengo Gardin, uno dei più grandi fotografi italiani di sempre

Foto Paolo Gargini/Corbis via Getty Images.

Gianni Berengo Gardin è morto il 6 agosto a 94 anni. Fotografo tra i più autorevoli del Novecento, ha attraversato oltre settant’anni di storia italiana con la sua inseparabile Leica e uno sguardo fedele alla realtà. «La macchina fotografica è come la penna per lo scrittore: uno strumento per raccontare cose» diceva. E lui ha raccontato l’Italia sociale e urbana: i manicomi prima della legge Basaglia, il lavoro nelle fabbriche, le comunità rom, le trasformazioni delle città, la battaglia contro le grandi navi a Venezia. Sempre in bianco e nero, senza flash, senza ritocchi. Vera fotografia, come recita il timbro che applicava sul retro delle sue stampe.

Morto Gianni Berengo Gardin, uno dei più grandi fotografi italiani di sempre
Gianni Berengo Gardin, Big Ships – Grandi Navi, Venezia, 2013-2015. Courtesy Fondazione Forma per la Fotografia.

Nato a Santa Margherita Ligure da famiglia veneziana, ha vissuto a lungo a Milano, città dove ha costruito un archivio sterminato – quasi due milioni di scatti – e dove ha lavorato con tutte le principali testate italiane e internazionali. Ma si è sempre definito un artigiano, non un artista: «La fotografia non deve essere artistica, deve documentare qualcosa che abbia un significato».

Morto Gianni Berengo Gardin, uno dei più grandi fotografi italiani di sempre
Gianni Berengo Gardin, Gran Bretagna, 1977.

Berengo Gardin non ha mai inseguito l’estetica fine a sé stessa, ma il racconto. «Io non sono creativo, lo sono quello che fotografo» ci spiegò in un’intervista rilasciata in occasione della mostra del 2020 Come in uno specchio. Fotografie con testi d’autore a Forma Meravigli a Milano. La sua etica si rifletteva anche nella tecnica: pellicola, sviluppo in camera oscura, niente digitale. «Prima pensate, poi scattate», ripeteva ai giovani. Un invito a guardare, a capire.

Morto Gianni Berengo Gardin, uno dei più grandi fotografi italiani di sempre
Gianni Berengo Gardin, Venezia, 1959, Foto © Gianni Berengo Gardin/Courtesy Fondazione Forma.

Le sue immagini sono entrate nelle collezioni di musei come il MoMA, la Bibliothèque Nationale e la Maison Européenne de la Photographie. E anche i riconoscimenti sono stati tanti, ma tra i più cari ricordava la dedica che Henri Cartier-Bresson gli scrisse nel 1995: «A Berengo, con l’amicizia e l’ammirazione di Henri».

«Con la fotografia si può davvero fare un lavoro serio, di denuncia, di racconto». È ciò che ha fatto, per tutta la vita.

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