Chi coltiva un giardino a ridosso del mare conosce i danni che il vento salino può provocare alla vegetazione. Le piante resistenti alla salsedine sono le uniche in grado di resistere in modo spontaneo all’ecosistema delle zone costiere. Scopriamo quali sono e come disporle.
Seduti all’aperto ci godiamo la brezza marina che arriva dalla spiaggia. La linea dell’orizzonte incontra il blu del mare, la macchia mediterranea sparge profumi pungenti e legnosi. Tutto infonde un senso di pace, fuorché vedere quella siepe malandata che cresce in giardino: le foglie mostrano macchie marroni, le piante che la compongono sembrano spente o sul punto di seccarsi.
Eppure se ci guardiamo attorno il paesaggio costiero è un tripudio di colori e di profumi. Ginepri, mirti e lentischi proliferano accanto a corbezzoli e cespugli di graminacee. Sulle dune sabbiose strisciano succulente di varie forme, ricoperte da piccoli fiori. I fusti degli arbusti aggrappati alle scogliere sfidano il vento senza temere neanche la solitudine dell’inverno. Anno dopo anno, la vegetazione sembra più forte e più resistente.
Questo perché in natura nulla cresce per caso. Le specie viventi si adattano all’habitat come risultato di un lungo processo, per questo è utile stabilire da parte di chi progetta un solido rapporto con il paesaggio esterno. Nei garden center è possibile acquistare specie selvatiche tipiche della macchia mediterranea, selezionate e adattate per la coltivazione in ambiente domestico. Ecco qualche esempio.

Nei giardini al mare di piccole e medie dimensioni, le siepi non sono mai un elemento banale. Esse concorrono a definire le funzioni dello spazio, sostituiscono muretti e recinzioni, stabiliscono confini. Le siepi basse e dalla forma squadrata, entrano più facilmente in dialogo con i dettagli architettonici, oltre a conferire un senso di ordine visivo.
I migliori arbusti da siepe sono quelli dal fogliame denso e compatto. La Myrsine africana è una specie da salsedine che rientra pienamente nella categoria. In alternativa anche gli arbusti di Eleagnus macrophylla profumano e arredano con il loro fogliame screziato. Anche il Pittosporum tobira può essere usato come siepe, oltre che per riempire aiuole e bordure che necessitano di un tocco di verde più profondo.
Lungo le recinzioni si prediligono le siepi alte e slanciate, e se questo è il vostro caso, gli arbusti di Metrosideros excelsa sono ideali per convivere il vento salino. È un arbusto originario della Nuova Zelanda con foglie ovali e carnose, ricoperte da una peluria che cattura letteralmente le particelle di sale. Si espandono con vigore, illuminando il giardino con il loro colore argenteo. Durante la stagione calda le siepi necessitano di irrigazioni costanti ma moderate, l’importante e utilizzare acqua dolce e controllare che non vi siano comparse di parassiti sulle foglie.

Spesso le terrazze si affacciano sulla macchia mediterranea e stabiliscono un rapporto stretto con le viste che inevitabilmente diventano parte dell’arredo. Lo sguardo si perde sulle chiome dei pini che sembrano dipinte, mentre i colori rosati della terracotta richiamano l’effetto ruvido della vegetazione.
Questa tipologia di spazio non richiede molto verde, solo dei punti focali per creare contrasto e un effetto dinamico. La Cordyline australis ha una chioma generosa e filiforme che la rende adatta allo scopo. La specie predilige crescere in substrati sabbiosi e nutriti, in contenitori grandi, il cui diametro alla chioma di un esemplare adulto. Oltre alla Cordyline australis, possiamo optare per foglie palmate di Chamaerops humilis, da coltivare in vaso per contenere la crescita. Le palme in genere tollerano il caldo estremo e la siccità, ma non le basse temperature.

Gli uliveti che crescono lungo i fianchi di colline o in zone pianeggianti sono molto frequenti lungo le zone costiere. Spesso si tratta di aree agricole che circondano l’abitazione e l’annesso giardino. La vocazione agricola del luogo è parte intrinseca del progetto e il disegno ordinato dei filari crea un ritmo gradevole. Per aggiungere dei colori senza stravolgere l’anima del luogo possiamo creare un mix calibrato di specie aromatiche, ad esempio con piante di lavanda, elicriso e achillea. Il perimetro dell’uliveto può essere infoltito da una sorta di ‘sottobosco’, con gruppi ondulati che sia muovono al vento mescolandosi in modo naturale al giallo dei campi. Per ottenere un effetto spontaneo predisponiamo una picchiettatura di zone dalla forma organica che richiama le scenografie della macchia mediterranea. L’importante è lasciare libero il passaggio al centro dei filari per permettere una manutenzione agevole.

In presenza di recinzioni attorno all’area possiamo sfruttare il perimetro per aggiungere delle piante fiorite di oleandro, lasciando che gli arbusti si espandano in modo spontaneo e permettere al volume generoso di evidenziare il confine della proprietà e, se necessario, schermare delle viste.
Per concludere, un giardino marino ben progettato e resistente alla salsedine è quello in cui il passaggio tra spazio domestico e vegetazione circostante avviene in modo graduale. Dentro e fuori i materiali dovrebbero ripetersi per mantenere vivo il senso di appartenenza al luogo. Solo rinunciando ai colori sgargianti di qualche pianta non autoctona potremo raggiungere una buona unità d’insieme, rispettando al contempo le esigenze delle specie botaniche.
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