Roma, apre al pubblico la casa di Pasolini a Rebibbia

Nel 1950, a nemmeno trent’anni, Pier Paolo Pasolini si trasferisce a Roma insieme alla madre, abitando in diverse zone della città. L’anno dopo prende in affitto, con un contratto intestato per la prima volta a suo nome, un piccolo appartamento in via Tagliere 3, a Rebibbia, nel ventre di Roma, “in una borgata tutta calce e polverone lontano dalla città e dalla campagna”, come scriveva l’artista, grande poeta, scrittore e regista. Fino al 1954 Pasolini vive in 80 metri quadrati con la madre: due balconi che si affacciano nella Capitale “stupenda e misera”, una camera da letto, un piccolo bagno, una sala da pranzo con un tavolo per scrivere, dove Pasolini inizia Ragazzi di Vita.

Casa Pasolini a Roma

Oggi Casa Pasolini viene restituita al pubblico dopo un attento intervento di riqualificazione promosso dal ministero della Cultura e dalla direzione generale musei e dall’istituto Pantheon e Castel Sant’Angelo. È possibile visitarla gratuitamente da giovedì a domenica, con visite didattiche, laboratori per le scuole, gruppi di lettura, workshop di scrittura e sceneggiatura, passeggiate narrative, incontri, proiezioni e approfondimenti su letteratura e cinema.

Roma, apre al pubblico la casa di Pasolini a Rebibbia

«Questa è una casa a cui la comunità è legata proprio per conservare intatta la memoria di Pasolini» spiega Luca Mercuri, direttore ad interim Pantheon e Castel Sant’Angelo – direzione musei nazionali della città di Roma. «C’è stata molto cura affinché non venisse svenduta e data in mani sbagliate, una volta messa all’asta è stata comprata dal produttore Pietro Valsecchi che l’ha poi donata al ministero della Cultura. Ora è di tutta la città».

La casa, dove è allestita anche l’esposizione fotografica La verità non sta in un solo Sogno ma in molti Sogni. Le case di Pier Paolo Pasolini a Roma, a cura di Matilde Amaturo e Sabrina Corarze, ha subito importanti lavori di ristrutturazione, realizzati con un’attenzione particolare per conservare il più possibile il sapore del tempo.

“Abbiamo incaricato un restauratore specializzato in opere d’arte in modo da poter lavorare sui fragili materiali dell’epoca che non erano di grande qualità, come per esempio le mattonelle a fiori della cucina o la carta da parati». Il lavandino è quello usato da Pasolini così come il piccolo mobile del corridoio o le cementine del bagno. «Volevamo introdurre il meno possibile, anche perché sarebbe stato difficile trovare oggetti uguali». In sala da pranzo, un lampadario della stessa epoca è stato inserito di fianco a quello originale.

Roma, apre al pubblico la casa di Pasolini a Rebibbia

«Da questo appartamento si capiscono le tematiche di Pasolini: affacciandosi dal balcone si vede proprio il grande angolo del muro di Rebibbia. Quella periferia arcaica e violenta, come viene raccontata nelle sue opere, è una presenza che si percepisce molto in queste stanze. Oggi è ancora conservato il tessuto di case basse che fanno immaginare l’area com’era negli Anni 50 con i campi e le strade non asfaltate di una certa Italia, che da una parte correva con lo sviluppo economico, dall’altra era indietro con persone e luoghi».

Pier Paolo Pasolini, che in un primo momento vive in una casa affittata da uno zio in piazza Costaguti nel Ghetto, si trasferisce nel 1951 a Rebibbia. Ogni mattina si sveglia molto presto e, stipato in autobus, va a insegnare a Ciampino, tornando a casa soltanto la sera tardi. «Il suo senso di abitare è una commistione tra il tessuto sociale e allo stesso tempo la dimensione intima, personale, che resta fortissima nella sua poetica e nella sua denuncia politica».

Casa Pasolini a Roma
Foto Direzione musei statali della città di Roma – ministero della Cultura
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