Tatiana Bilbao: «Vivere qui era il mio sogno»

Foto Ana Hop per Living

A maggio Tatiana Bilbao sarà in missione speciale a Venezia per la 19esima Biennale di Architettura. È stata scelta dal Vaticano per animare con MAIO Architects il padiglione della Santa Sede, che avrà luogo quest’anno nel Complesso di Santa Maria Ausiliatrice, nel sestiere di Castello.

Il tema del sacro non le è nuovo. Uno dei progetti che le stanno più a cuore è il monastero cistercense che sta costruendo nella foresta di Brandeburgo, in Germania. «Ma non è per questo che hanno pensato a me», chiarisce.

Con il commissario dell’esposizione, il cardinale José Tolentino de Mendonça, hanno parlato di architettura per le persone e con le persone: «Il progetto sarà un recupero guidato dello spazio che ci è stato messo a disposizione, e coinvolgerà tutta la comunità. Non a caso si intitola Opera Aperta: la nostra idea è avvicinare la Biennale a chi Venezia la vive tutti i giorni».

Con un portfolio internazionale che spazia dall’housing sociale ai musei, Bilbao è tra i progettisti di punta del Messico contemporaneo e si ritrova spesso a interrogarsi sull’annoso tema dell’architettura partecipata, quella che parla con la gente e non viene calata dall’alto.

È una delle ragioni per cui ha ridimensionato uno dei suoi miti di gioventù, Mario Pani, architetto e urbanista che negli anni del boom ha cambiato il volto di Città del Messico. «Lui per me era l’architetto con la maiuscola, ed è stato fondamentale nel plasmare l’idea di Messico moderno. Oggi però preferisco un approccio meno istituzionale. Chi progetta non può imporre le sue idee a chi in quel luogo ci dovrà abitare».

Al di là di questa divergenza di visioni, Pani per Bilbao resta un grandissimo architetto. Quando ha deciso di traslocare nel quartiere di Polanco, un’esclusiva zona residenziale della capitale, ha cercato casa in uno dei suoi edifici.

È una palazzina di soli sei appartamenti di fronte al parco di Chapultepec, il più grande della città. Costruita nel 1946, rappresenta una fase di intermezzo di Pani, tra gli anni delle residenze di lusso e quelli delle vivienda collectiva. «Quando ho visto il cartello affittasi non ci volevo credere, per me vivere qui era un sogno. La trovo un’opera bellissima, modernista in tutto. E anche se nasceva per testare una nuova idea di funzionalità, conserva tracce Art Déco. Ci siamo trasferiti alla fine del 2006 e ci abitiamo ancora felicemente».

Quella di Tatiana Bilbao è una famiglia numerosa. Ha due bambine, di tredici e undici anni, e sono cresciuti con lei anche i tre figli nati da una precedente relazione del marito.

Lo studio, a cinque minuti in bici da casa, impiega una cinquantina di persone. Come si fa a gestire tutto? «Senza pretendere di fare da soli. In studio siamo cinque partner, tra cui mia sorella Catia, e a casa ho altre persone che mi aiutano. Si dice che ci vuole un villaggio per crescere un bambino, io mi sono creata il mio».

L’architetta Tatiana Bilbao affaciata alla finestra di casa sua
Foto Ana Hop per Living

Sulla casa è intervenuta il meno possibile. «L’unico aspetto che non mi piaceva era la doppia circolazione, pensata per il personale di servizio. Lasciava intendere che ci sono due tipi di persone, chi lavora in casa e chi la abita, ed è un pensiero che non condivido».

A parte questo, la pianta è rimasta com’era. La vera rivoluzione è la camera costruita sul tetto. Tre stanze da letto non bastavano e c’era la possibilità di sopraelevare: «Abbiamo fatto una struttura leggerissima, che dalla strada non si vede e che si può togliere facilmente. In qualsiasi momento si può tornare indietro, riportare l’architettura com’era».

Agli arredi non ci ha pensato più di tanto. Le piacciono i mobili che hanno una storia e invecchiano bene, le cose semplici e pratiche. Ci sono delle opere d’arte, non è una collezionista. Il tavolo di pietra l’ha visto a una mostra, le interessava e l’ha preso.

La cosa che apprezza di più di questa casa è la relazione con il verde: «È uno spazio-filtro che ci protegge dalla città, ma è anche come se facesse parte dell’appartamento. Hai davvero la sensazione di abitare in un giardino»

Living ©RIPRODUZIONE RISERVATA

L’articolo Tatiana Bilbao: «Vivere qui era il mio sogno» sembra essere il primo su Living.

Deixe um comentário

O seu endereço de e-mail não será publicado. Campos obrigatórios são marcados com *

Rolar para cima