Visita privata al Grand Palais tra le opere “alla moda” di Art Basel Paris

Il Grand Palais vuoto, prima dell’apertura ufficiale, da solo vale la visita. Da poco rimesso a nuovo, il monumentale edificio costruito per l’Esposizione Universale del 1900 si rivela in tutta la sua bellezza con la prima luce del mattino che, attraverso la struttura vetrata, si irradia sul reticolo delle 206 gallerie in mostra. L’occasione è una delle “experience” organizzate da Airbnb in occasione di Art Basel Paris, prima fase di un accordo che la piattaforma di viaggi online ha stretto con la fiera d’arte e che proseguirà anche per le prossime edizioni a Miami e Basilea.

Si tratta di un tour privato a cura di Loïc Prigent, documentarista e giornalista francese noto per il suo sguardo ironico sul mondo della moda, che accompagna i visitatori tra gli stand in un percorso “à la mode” selezionando opere che hanno catturato la sua attenzione o perché realizzate con una particolare tecnica o perché raffigurano personaggi celebri o, ancora, perché raccontano una particolare idee di stile.

“È un tour più che interattivo: chiedete quello che volete”, avverte Prigent prima di iniziare l’experience intitolata semplicemente Oh La La! come la tipica esclamazione parigina. E di “Oh La La!” se ne sentirà più di uno durante il percorso sia come manifestazione di stupore di fronte alla bellezza delle opere sia per i racconti di alcuni dei galleristi presenti, ben disposti a svelare dettagli e retroscena dei lavori in mostra.

Vezoli fiera Arta Basel Paris
Galleria Almine Rech – Oh La La!, Francesco Vezzoli. Foto courtesy of Art Basel

La prima opera scelta da Prigent è di un artista italiano, molto vicino al mondo della moda: Francesco Vezzoli. «Un genio assoluto», commenta Loïc. «Lo incontro spesso alle sfilate, i suoi commenti dopo gli show sono sempre tra i più brillanti». Siamo nello spazio della galleria Almine Rech dove le sue Merlino (Elsa Schiaparelli with the Shocking scent bottle) e Pandora (Mae West wearing a Schiaparelli hat) sono un pretesto per ricordare la storia della stilista che inventò il rosa shocking.

Gli aneddoti non mancano. Loïc Prigent cita Maria Grazia Chiuri quando commenta il bellissimo arazzo intessuto da Diedrick Brackens (Help is available, 2025, galleria Jack Shainman). «A Parigi abbiamo i più grandi artigiani tessili ma è bello notare come il telaio possa essere visto anche come un potente mezzo di espressione alla portata di tutti: chiunque può usarlo per realizzare tessuti e veicolare messaggi».

Visita privata al Grand Palais tra le opere "alla moda" di Art Basel Paris
Galleria Jack Shainman Gallery – Oh La La!, Diedrick Brackens. Foto Courtesy of Art Basel

A volte, il motivo della scelta riguarda proprio la particolarità della tecnica. È il caso dell’artista Françoise Pétrovitch che reinterpreta una tappezzeria tradizionale dello Zimbawe con materiali di recupero come bottoni, spazzolini, tasti di vecchie tastiere da computer buttati in discarica, a formare una decorazione che solo da vicino svela la propria natura (galleria Semiose di Parigi).

Difficile non esclamare Oh La La! Sia in questo caso che di fronte all’opera della tappa successiva: Boudoir, Teatre Lliure, Barcelona 13/1/2024, presentato dalla galleria Stevenson. Un autoritratto che Steven Cohen, performance artist del Sud Africa che vive a Parigi ed è solito truccarsi in modo eccentrico, ha pensato come una sorta di sudario con i resti del suo make up. Ed è curioso notare che, tra i materiali usati per realizzare l’opera, oltre al glitter e le ciglia finte, è citato anche il dna di artista.

Louise Sartor
Galleria Crèvecœur, Louise Sartor. Foto courtesy of Art Basel

E tra le opere della parigina Louise Sartor esposte dalla galleria Crèvecœur (“classiche nella tecnica e per i soggetti raffigurati ma contemporanee perché realizzate su supporti inconsueti come cartoni di recupero”) e i look Anni 70 di Peter Uka in mostra alla galleria Mariane Ibrahim, lo sguardo di Prigent offre al pubblico una prospettiva originale e intima sulla fiera, dove l’arte si intreccia alla moda e racconta alcuni dei temi più attuali dei nostri giorni, dall’affermazione dell’identità al riuso dei materiali.

Questo genere di experience, che possono essere prenotate su Airbnb insieme a un carnet sempre più ricco di attività esclusive, è il primo tassello di un accordo tra Art Basel e Airbnb, che proseguirà a dicembre per l’edizione di Miami Beach e a giugno a Basilea. “Questa partnership nasce dalla volontà di creare connessioni significative, sostenere i nuovi talenti e rendere l’arte accessibile a tutti”, ha dichiarato Clément Eulry, Country Manager di Airbnb per Francia, Belgio e Paesi Bassi. “L’impegno di Airbnb nel creare esperienze di viaggio e culturali significative rispecchia la nostra missione di connettere artisti, gallerie e istituzioni con una comunità più vasta di collezionisti e appassionati,” ha aggiunto Vincenzo de Bellis, Chief Artistic Officer & Global Director delle fiere Art Basel.

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